TABELLA BATTAGLIE NELLA STORIA

 BATTAGLIA DI ROCROI

Data: 17-18-maggio 1643
Luogo: ROCROI (Citt� fortificata francese nelle Ardenne)
Eserciti contro: FRANCESE e SPAGNOLO
Contesto: GUERRA DEI TRENTANNI

Protagonisti:
LUIGI II DI BORBONE CONDE, 
DUCA D'ENGHIEN (Comandante supremo dell'esercito francese)
FRANCOIS de HOPITAL (Maresciallo francese)
CONTE DE GASSION (Comandante francese)
ESPENEAU (generale francese)
LA FERTE (generale francese)
DON FRANCISCO DE MELLO (generale portoghese, comandante dell'esercito spagnolo)
CONTE DISEMBOURG (Comandante della cavalleria olandese, alleata degli spagnoli)
DUCA DI ALBUQUERQUE (Comandante della cavalleria spagnola)
DE FUENTES (Comandante dei "tercios", la fanteria spagnola)

La battaglia

E l'ultima fase della guerra dei Trentanni, e la citt� di francese di Rocroi, assediata dagli spagnoli, � diventata la chiave per aprire la porta di Parigi. In questo frangente della guerra, le sorti sembrano favorevoli agli Imperiali (Austria e alleati) e alla Spagna.

Per raggiungere liberamente Parigi, gli Imperiali avevano iniziato un'offensiva nella Champagne e Rocroi rappresentava l'ultimo ostacolo.

Contro gli invasori il re di Francia Luigi XIII, ormai morente, aveva messo al comando dell'armata delle Fiandre il giovanissimo, appena ventiduenne, Luigi II di Borbone Cond�, duca d'Enghien, che diventer� famoso in seguito come Gran Cond�.

La piccola citt� fortificata di Rocroi, difesa da una guarnigione francese, � posta sotto assedio dalle truppe di don Francisco de Mello, il quale ha alle sue dipendenze, oltre alla famosa fanteria dei "tercios" spagnoli, anche fiamminghi, italiani e valloni, comandati da ufficiali del loro paese d'origine. Sono truppe coraggiose e disciplinate, il contrario di quelle dell'armata francese che sono costituite prevalentemente da mercenari arruolati dal cardinale Richelieu.

Il 12 maggio del 1643, il comandante spagnolo Mello viene raggiunto e affiancato dalla cavalleria d'assalto, al comando del fiammingo conte d'Isembourg, portando cos� gli uomini ai suoi ordini in numero di circa ventiseimila, contro i poco pi� di ventiduemila a disposizione del duca d'Enghien.

Il giovane comandante francese, dopo aver appreso della morte del re Luigi XIII (16 maggio 1643), il 17 maggio decide di attaccare subito per distruggere gli spagnoli di de Mello, sapendo benissimo che il rischio � grande. Infatti, per arrivare al contatto col nemico, egli deve superare una pianura larga sei chilometri, circondata da grandi foreste, con un passaggio obbligato tra rocce e acquitrini.

Nel frattempo gli spagnoli si erano schierati su tre linee, con alle ali la cavalleria protetta dall'artiglieria, e al centro la famosa fanteria dei "tercios", al comando del conte de Fuentes.

L'avanguardia francese, al comando del conte Gassion, si mette in movimento e attraversa le foreste senza incontrare resistenza. Lo segue il duca d'Enghien, alla testa di duemila cavalieri; ed ecco, di colpo, di fronte a lui l'armata spagnola, schierata su un fronte pi� ristretto rispetto a quello francese.

La prima mossa � dei francesi, e non � proprio una mossa felice. Il maresciallo francese del'Hopital, senza attendere ordini dal duca, manda in avanti il generale La Fert�, per saggiare le forze nemiche. Visti i francesi sbilanciati in avanti, il conte d'Isembourg lancia la sua cavalleria contro di essi e li travolge, costringendo i soldati francesi a ritirarsi.

Ma la fortuna corre in aiuto a d'Enghien. Inspiegabilmente Francisco de Mello ordina alla cavalleria di Isembourg di ritirarsi, e questi, malvolentieri, deve accettare.

Si conclude cos� la prima giornata di battaglia.

Si dice che la notte che precedette la giornata decisiva della battaglia, il giovane duca d'Enghien avrebbe dormito profondamente, invece di immaginarlo, sveglio, a vegliare su piani di battaglia.

E la mattina del 18 maggio del 1643. L'armata francese si mette ancora una volta in movimento per dare battaglia. In testa, con sette squadroni di cavalleria, c� il conte di Gassion, mentre il principe di Cond� lo segue con altri otto squadroni.

Il primo ostacolo rappresentato da una compagnia di moschettieri spagnoli nascosti nella foresta, viene facilmente travolto con un accerchiamento da parte dei francesi, che anticipa di quasi due secoli la tattica usata dai pellirossa.

Appena fuori dalla foresta, il duca d'Enghien si vede schierata di fronte a lui la cavalleria leggera spagnola, agli ordini del duca di Albuquerque, e, senza un solo attimo di esitazione, il giovane comandante francese la attacca e la travolge. Contemporaneamente, per sostenere questo attacco, l'artiglieria francese apre il fuoco, e comincia anche, da ambedue le parti, un fitto scambio di colpi tra i moschettieri.

Dopo questa carica vincente, il duca riesce a salire su un'altura per controllare meglio la situazione e, con un impeto di rabbia, s'accorge che il suo generale La Fert� sta ripetendo l'errore del giorno prima. E ancora una volta la cavalleria d'Isembourg lo attacca, e questa volta non si accontenta di un successo parziale. Dopo essere piombato sui francesi, li travolge e li mette in fuga, catturando lo stesso La Fert�, gravemente ferito.

A questo punto lo schieramento francese entra in crisi. L'ala sinistra di De l'Hopital viene sgominata, e la sua artiglieria cade in mano al nemico.

Ma ecco che il genio militare del giovane duca d'Enghien risolve le sorti pericolanti della battaglia. Dopo aver ordinato a Gaisson di trattenere la cavalleria di Albuquerque, si lancia in una carica travolgente contro l'ala destra spagnola, aggirando l'intero schieramento spagnolo. Da questo momento � De Mello ad entrare in crisi. L'assalto del giovane duca � stato talmente impetuoso e irresistibile che il nemico cede di colpo.

Ora non rimane che l'ultimo , durissimo, baluardo per la vittoria finale: la formidabile fanteria spagnola dei "tercios". Per ben tre volte il principe di Cond� si lancia all'assalto della fanteria nemica, dopo che Gaisson aveva messo in fuga la cavalleria di Isembourg e di Albuquerque.

Durante la terza carica, i francesi si accorgono che dalle file dei "tercios" non si spara quasi pi�. Infatti, quei valorosi soldati avevano esaurito le munizioni.

E' la svolta decisiva della battaglia. Il duca d'Enghien si precipita dentro lo schieramento spagnolo, mentre alle sue spalle la fanteria francese d� il colpo di grazia a quella nemica.

La battaglia di Rocroi � vinta. Le perdite da entrambi le parti sono alte.

Tra morti e feriti gravi, sono rimasti sul terreno circa quattromila Francesi e settemila Imperiali. Un massacro.

Come si � detto, la battaglia di Rocroi fu decisiva in quanto segn� praticamente la fine della guerra dei Trentanni.

Ecco come Voltaire descrive la battaglia di Rocroi nel libro "Le Si�cle de Louis XIV":

"...Il nodo della guerra era la Fiandra; le truppe spagnole uscirono dai confini dell'Hainaut con 26 000 uomini al comando di un vecchio generale di lunga esperienza, don Francisco de Mello. Giunsero a saccheggiare le frontiere della Champagne, attaccarono Rocroi e credettero di poter penetrare sino alle porte di Parigi, come avevano fatto otto anni prima. La morte di Luigi XIII, la debolezza di una minorit� avevano dato pi� aire alle loro speranze; e quando videro che gli veniva contrapposta un'armata inferiore di numero, comandata da un giovane di 21 anni, la loro speranza si trasform� in certezza. Quel giovane senza esperienza, che disprezzavano, era Luigi di Borbone, allora duca d'Enghien, poi conosciuto con il nome di Gran Cond�. La maggior parte dei grandi capitani sono divenuti tali per gradi. Quel principe era nato generale; l'arte della guerra sembrava in lui un istinto naturale. Fu lui che con la cavalleria attacc� quella fanteria spagnola fino allora invincibile, cos� forte, cos� serrata come l'antica falange tanto ammirata e che si apriva, con un'agilit� ignota alla falange, per lasciare partire la scarica dei diciotto cannoni che rinchiudeva al suo centro. Il principe l'aggir� e l'attacc� tre volte. Appena riuscito vincitore ferm� la carneficina"


( a cura di ENNIO DALMAGGIONI )
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le altre battaglie, 
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Bibliografia: �MILES� - Fabbri Editori - fondamentale.
"Storia Universale Marmocchi" - SEI Ed. 1855 
" Storia Universale Cambridge" - Garzanti Editori
"Grande storia Universale"-  Curcio Editore
Istoria dell'Antica Grecia e Romana, Conti Ed. 1822.
�Storia d'Italia� - Montanelli - Fabbri Editori.


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