TABELLA BATTAGLIE NELLA STORIA
BATTAGLIA DI POITIERS
Data: 19 SETTEMBRE 1356
Luogo: POITIERS (o Mapertuis)
Eserciti: Inglesi e Francesi
Contesto: Guerra dei "Cento Anni"
Protagonisti:
EDOARDO III (Il Principe nero) figlio del Re d'Inghilterra
GIOVANNI II (IL BUONO) - Re di Francia
la battaglia
Dopo
la decapitazione di alcuni nobili normanni, accusati di tradimento dal re
di Francia, Giovanni II, e l'arresto con la stessa accusa di Carlo di Navarra,
rinchiuso nello Chatelet di Parigi, la Normandia si allea nuovamente con l'Inghilterra
e ne richiede l'intervento per riacquistare le propriet� confiscate dal re
francese.
Nel mese di luglio, gli inglesi sbarcano cos� in Normandia, nella citt� di
Cherbourg, guidati dal Duca di Lancaster.
Contemporaneamente il Principe ereditario inglese Edoardo, detto il "Principe
Nero" avanza da Bordeaux verso nord alla testa di un esercito di 8.000 uomini
tra inglesi e guasconi.
Saccheggiando tutto lungo la strada, il Principe Nero raggiunge la Loira il
3 settembre ma non riesce ad andare oltre perch� tutti i ponti sono stati
distrutti dai francesi che sono presenti nella zona con ingenti truppe.
Vista la situazione e considerato che il suo esercito � ora appesantito da
dall'ingente bottino gi� conquistato, il principe inglese decide di ritirarsi
ritornando verso Bordeaux.
Nel frattempo, Giovanni II ha emanato il bando di mobilitazione generale per
la difesa del regno, con l'ordine per tutti gli uomini abili alle armi di
concentrarsi a Chartres nella prima settimana di settembre.
Sentendosi minacciati dalla presenza del nemico nel cuore del Paese, la stragrande
maggioranza dei nobili risponde alla chiamata alle armi del re, che riesce
cos� a formare il pi� numeroso esercito francese di tutto il Trecento, con
una forza che ammonta all'incirca a 16.000 uomini.
Ma l'organizzazione complessiva dell'esercito francese lascia ancora a desiderare
malgrado il tentativo fatto dalla Corona di imporre un certo ordine con l'ordinanza
emanata nel 1351 (vedi) che per� ha avuto scarsi risultati.
Intorno al 10 settembre, le truppe francesi attraversano la Loira nella zona
di Orleans e muovono verso sud all'inseguimento degli anglo-guasconi agli
ordini del Principe Nero, che ora si trova un p� pi� a sud della citt� di
Tours.
Qui viene raggiunto da una delegazione di cardinali, inviati dal Papa con
l'incarico di tentare una mediazione tra i contendenti ed evitare cos� lo
scontro, ma gli inglesi rifiutano ogni proposta.
Il piano di Giovanni � quello di raggiungere a marce forzate la cittadina
di Poitiers, prima degli inglesi, cos� da tagliare loro la strada in direzione
di Bordeaux.
Per alcuni giorni i due eserciti marciano uno dietro l'altro, con gli inglesi
avanti stanchi ed appesantiti e i francesi dietro che guadagnano sempre pi�
terreno.
Il contatto avviene domenica 18 settembre pochi chilometri a sud di Poitiers.
Giovanni decide di non attaccare subito, perdendo tempo prezioso, per le insistenti
richieste del cardinale inviato papale, che vuole tentare un'ultima mediazione.
Cos� i francesi si accampano e lasciano passare tutta la giornata, offrendo
al nemico il tempo di trincerarsi a difesa nella posizione migliore offerta
dal terreno del luogo dove si trova.
Infatti gli inglesi hanno modo di costruire palizzate e piazzare i loro formidabili
arcieri su un'altura in posizione riparata.
Falliti tutti i tentativi di accordo, mediato dai prelati, in serata si tiene
un consiglio di guerra dei pi� grandi nobili di Francia, nella tenda del re,
in cui � deciso il piano d'attacco, che avverr� secondo i soliti canoni cavallereschi
e non secondo una pi� efficace strategia militare. L'unica novit� che il re
decide di introdurre � quella di condurre un attacco con soli 400 uomini a
cavallo, mentre il resto dell'esercito avanzer� a piedi.
All'alba del 19 settembre l'esercito francese viene schierato in formazione
classica d'attacco su tre battaglioni posti uno dietro l'altro, senza nessun
appoggio sul fianco, e davanti il gruppo dei 400 cavalieri, scelti tra i migliori,
che devono lanciare il primo attacco frontale.
Il Principe Nero, che teme la disfatta a causa della schiacciante superiorit�
numerica del nemico, decide di tentare di ritirarsi con la cavalleria.
Ma gli alti pennoni vengono scorti da lontano da uno dei due marescialli francesi
che comandano i 400 valorosi in testa, il quale ordina subito la carica per
evitare che gli inglesi fuggano.
A questo punto Edoardo torna sui suoi passi ed incita i suoi a battersi con
onore attenendosi strettamente agli ordini.
L'attacco frontale della cavalleria francese si trasforma ben presto in un'orrenda
strage di uomini e bestie a causa dell'enorme numero di frecce che si abbattono
sugli attaccanti. Una volta caduti da cavallo, i cavalieri non riescono a
rialzarsi a causa della pesante armatura e vengono decimati dai fanti inglesi.
Il primo battaglione appiedato, comandato dal Delfino che non ha alcuna esperienza
di guerra, avanza nella terribile confusione creata dalla cavalleria allo
sbando e, malgrado molti combattano accanitamente, � costretto ad indietreggiare
verso il secondo battaglione, comandato dal Duca d'Orleans. Quest'ultimo,
vista la situazione, viene preso dal panico e scappa con tutte le sue truppe
verso la citt� di Poitiers.
A questo punto avanza il terzo battaglione comandato personalmente dal re
Giovanni deciso a vincere o a morire.
Ma il Principe Nero, che scruta dall'alto della collina ci� che accade sul
campo di battaglia, ordina ad un gruppo di cavalieri di aggirare ed attaccare
alle spalle i francesi e si lancia con tutto il resto delle truppe contro
la posizione dove si trova il re, indicata dal vessillo con l'Orifiamma che
simboleggia l'insegna militare dei sovrani francesi e che si fa risalire addirittura
a Carlo Magno.
I cavalieri francesi combattono con ferocia per difendere il proprio onore
ed il proprio sovrano, ma alla fine Giovanni II � costretto ad arrendersi
e viene fatto prigioniero.
Persa la guida del re, le restanti truppe si sbandano rapidamente fuggendo
in ogni direzione.
La tremenda disfatta subita in questa battaglia priva la Francia, oltre che
del sovrano, di tutta la nobilt� maggiore e di gran parte di quella minore.
I numerosissimi nobili catturati vengono rilasciati sulla parola con l'impegno
di pagare il riscatto in breve tempo, perch� non possono essere trasferiti
in Inghilterra a causa del loro alto numero.
Ma pi� che i tantissimi morti, impressiona tutta la Francia la voce, che si
sparge rapidamente, secondo la quale molti sono fuggiti dalla battaglia per
codardia. Questo provoca in qualche caso la rivolta della gente comune contro
i signori, a cui � soggetta dal vincolo feudale, che chiedono denaro per pagare
il riscatto promesso agli inglesi.
L'unico ad essere salvato dai francesi � il re Giovanni II, che viene visto
come un eroe costretto ad arrendersi per il tradimento dei nobili vigliacchi.
Il Principe Nero, dimostratosi in questa occasione abile e tenace comandante
militare, si ritira subito verso Bordeaux portandosi dietro il prezioso prigioniero
ed un enorme bottino.
Dopo sette mesi Edoardo fa ritorno in patria recando prigionieri il re e molti
nobili francesi.
Intanto a Parigi per il Delfino iniziano grandi difficolt� dovute anche alle
turbolenze popolari.
Il delfino CARLO, mentre il padre � prigioniero, deve fare agli Stati Generali
una serie di concessioni (Grande ordinanza) in materia di controllo delle
finanze dello Stato, che per� andranno ad indebolire l'assolutismo regio.
L'anno successivo la Francia inizia ad essere sconvolta da una serie di agitazioni,
con un movimento insurrezionale dei contadini contro i nobili; detto jacquerie,
By: SILVIO GALLETTA
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