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I VICHINGHI
(cronologia - vita - conquiste)
di Dalla Casa Andrea

1 – L’assalto a Lindisfarne
2 – Vichinghi, Normanni, uomini dei frassini
3 – La tesi di Dudone : la poligamia
4 – Fame di terra e terreni esauriti
5 – I centri di gravità dell’espansione vichinga
6 – La guerra contro i Franchi
7 – I vichinghi e l’Inghilterra
8 – I vichinghi e il resto d’Europa
9 – I vichinghi,le isole e l’America del Nord
10 – I vichinghi : com’erano fatti e i loro ideali
11 – La società nordica (le 3 classi, la donna)
12 – Le attività di un uomo libero e la casa vichinga
13 – La scena spirituale
14 – Quando il predatore diventa preda
15 - La cartina delle conquiste
16 - L'alfabeto runico
 

1 - L’assalto a Lindisfarne


Monastero di Lindisfarne, 8 Giugno 793
Verso mezzogiorno i monaci videro delle grandi navi a vele oblique e subito essi pensarono a sfortunati viaggiatori in cerca di aiuto, ma quando gli occupanti delle navi scesero a terra i monaci si trovarono davanti dei guerrieri e vennero uccisi tutti, il monastero venne saccheggiato e i pirati lasciarono l’isola spopolata e distrutta.
Tra il 794 e l’ 806 questi guerrieri saccheggiarono numerose città e monasteri, arrivando poi alla conquista delle Faroer.

2 - Vichinghi, Normanni, Uomini dei frassini

Non si è ancora sicuri sull’ origine della parola vichinghi, si pensa che derivano da idiomi di vario origine:
- wic (anglosassone) e wik (franco) = mercato, posto di mercato
- vicus (latino) = abitatore di città
- vik = corrisponde a una provincia norvegese
- Vig = battaglia

Essi non venivano chiamati solo vichinghi, ma anche :

- Normanni = uomini del Nord
- Ascomanni = uomini dei frassini
- Madjus = demoni pagani ( nome dato loro dagli arabi)

3 - La tesi di Dudone : la poligamia

Molti cercarono spiegazioni per le improvvise invasioni vichinghe e per i cronisti ecclesiastici dell’epoca il processo era semplice : i vichinghi erano la verga disciplinare di Dio e i loro attacchi erano la punizione ordinata da Dio, adirato per i peccati dell’uomo.
Solo alcuni secoli dopo lo storico Dudone ipotizzò che, a monte delle ondate vichinghe, vi fossero problemi di sovrappopolazione, l’ipotesi contemplava anche che la causa fosse la poligamia, che costrinse i vichinghi a emigrare.
Ma la teoria di Dudone non regge perché solo le famiglie di spicco potevano permettersi molti figli, ma bisogna comunque ammettere che nei paesi nordici vi fu, al principio del periodo vichingo , una sovrappopolazione, e che essa fu la causa prima delle spedizioni.

4 - Fame di terra e terreni esauriti

La penisola scandinava era per i popoli dell’Europa occidentale d’allora un mondo quasi sconosciuto: smisurato, impenetrabile, quasi inaccessibile, sepolto com’era sotto un enorme foresta vergine che lo ricopriva in gran parte.
Solo in prossimità delle coste ricche d’insenature e, in alcuni distretti interni più fortunati vi erano piccoli insediamenti che riuscivano a sopravvivere.
I vari popoli nordici si erano disposti in diverse aree :

- i danesi si stanziarono nello Jutland, su alcune isole del Baltico occ. e nella Scania;
- gli svedesi si trovavano vicino del lago Malaren e a nord dell’ Upland;
- i goti occupavano il Vastergotland , l’ Ostergotland e parte del Varmland;
- i norvegesi si trovavano invece su tutta la costa norvegese fino a Capo Nord insieme a Lapponi e ai Finni.

La mancanza di territori fu uno dei motivi, insieme alla sovrappopolazione, che portò alle spedizioni vichinghe.

5 - I centri di gravità dell’espansione vichinga

I pirati nordici, di solito, avevano delle mete precise, in modo da non danneggiarsi l’un l’altro:
- dalla Danimarca si muovevano o verso l’Inghilterra o verso le coste franche o verso quelle spagnole;
- dalla Svezia si stabilirono sulle coste baltiche e da lì si spinsero all’interno, verso la Russia e il mar Nero;
- dalla Norvegia attaccavano la Scozia, poi fondarono insediamenti in Groenlandia e Islanda e da lì raggiunsero il Labrador e Terranova.

Naturalmente questi non erano percorsi obbligati, ma le varie spedizioni si diressero soprattutto verso i luoghi sopra indicati.

6 - La guerra contro i Franchi

Il re Gottrik di Danimarca temeva di cadere sotto il dominio dell’impero carolingio e quindi nel 808 con i suoi uomini irruppe nei territori imperiali e occupò il porto di Rerik e nel contempo diede il via alla costruzione del vallo danese.
Dopo questa dimostrazione di forza l’imperatore capì che non si ritrovava davanti un inetto e decise di fondare, nell’810 Esseshoe, la prima piazzaforte franca aldilà dell’Elba, che sarebbe servita come testa di ponte per una campagna contro i danesi. Ma Gottrik lo anticipò e, sbarcato con duecento navi in Frisia, progetto di marciare su Aquisgrana, ma venne assassinato e il progetto rimase tale.
Dopo la morte del re iniziarono le lotte per la successione, re Heriold, fuggito dalla Danimarca si stabilì presso la corte di Ludovico il Pio che, dopo la sua conversione al cristianesimo, gli concesse un feudo alla foce del Weser.
Da quel momento si fecero sempre più frequenti e audaci le imprese vichinghe, soprattutto dopo l’833, cioè quando Ludovico il Pio venne sconfitto a Colmar dai propri figli.

Per esempio nel :
834 : i danesi devastarono la Frisia e mettono a ferro e fuoco Dorestad.
835 : devastarono nuovamente Dorestad.
836 : rasero al suolo Anversa e Witla, colpiscono di nuovo Dorestad.
837 : colpirono di sorpresa Walcheren e per l’ennesima volta Dorestad.
840 : ormai Dorestad era sotto il dominio danese, non verrà più presa di mira.
Nel 840 moriva anche Ludovico il Pio e l’impero venne smembrato in tre parti. Per i vichinghi questa era una nuova situazione che poteva favorirli, infatti, i tre sovrani passavano il tempo a danneggiarsi l’un l’altro : così da nemici potevano divenire alleati.

Quindi dall’841 al 912 i pirati vichinghi imperversarono per tutto l’impero : Rouen, Nantes, Parigi (845), Amburgo, Treviri e Bordeaux vennero saccheggiate e rase al suolo in quegli anni. La stessa sorte toccò anche a molte città tedesche ( Colonia, Bonn, Aquisgrana ) dopo la morte di Ludovico il Germanico nel 882.
Visto che a capo dell’impero nuovamente riunito vi era Carlo il Grosso, che era un perfetto incompetente, i vichinghi ebbero vita facile. Sempre a quegli anni appartiene la guerra dei 7 anni, cominciata nel 860 e il cui obbiettivo fu un’ isola sulla Senna, un gruppo di danesi venne pagato per radere al suolo l’isola, ma questi, dopo 7 anni di assedio, si fecero pagare anche dalla parte avversa e se ne andarono.
La possibilità di scambiare il coraggio e il disprezzo della morte per denaro, risultò molto utile quando, il 24 Novembre 885, Sigfrido e 700 navi apparvero alle porte di Parigi, i danesi accerchiarono la città e quando questa resisteva ormai da un anno, un esercito, guidato da Carlo in persona si avvicinò alla città, ma appena visto il campo fortificato degli assedianti, pagò profumatamente gli avversari e questi se ne andarono. Il fatto che Parigi abbia resistito all’attacco di un tale esercito ebbe un fortissimo effetto psicologico : il mito dell’invincibilità vichinga si era ormai dissipato, da quel momento anche loro apparvero vulnerabili. In più i fiumi navigabili vennero forniti di ponti fortificati, catene e altri ostacoli, controllati da unità di cavalleria. Anche la popolazione era decisa a vender più cara la pelle, ricostruendo le mura e circondandole di fossati.

Quindi alla fine del IX secolo i vichinghi non avevano più la vita tanto facile. D’altra parte avevano ancora a che fare con uno stato disorganizzato, le cui coste erano pur sempre in balia di qualsiasi attacco. Ciò dimostra il fatto che, nel 900, un esercito sbarcò in Normandia e nel giro di 12 anni riuscì a conquistarla tutta. Quando il loro capo, Rollone, si fece battezzare, mise fine, a parte piccoli attacchi, alle scorrerie nell’ Europa occidentale.

7 - I Vichinghi e l’Inghilterra

Anche l’Inghilterra sperimentò nel IX secolo il pugno di ferro dei vichinghi. In quegli anni essa era divisa in piccoli regni e solo re Egberto, nell’819, riuscì ad instaurare un predominio nella parte meridionale dell’isola.

Nel 839 vi fu il primo significativo attacco, dove una flotta di 350 navi approdò alla foce del Tamigi, e gli equipaggi saccheggiarono Londra e Canterbury.
Con una spedizione nell’866 venne conquistata York. Mentre nel 870 venne invaso il Wessex, i vichinghi vennero sconfitti ma riuscirono a tenere Londra.
L’871 segna una svolta importante. E l’anno dell’ascesa al trono di Wessex di re Alfredo che , per le sue imprese, verrà detto il grande. Anzitutto fece costruire una flotta che servì o a impedire gli sbarchi, o almeno a colpire i pirati quando riprendevano il mare.
Nell’878 vinse, presso Edington, le bande vichinghe. Questi allora, si rivolsero verso il continente andando a creare quegli eserciti che devasteranno il continente dal 871 in poi.
Alfredo ne approfittò subito per riconquistare Londra (886).
Dopo più di un lustro di pace, nell’892, parte degli eserciti vichinghi tornarono sull’isola, ma le difese predisposte da Alfredo funzionarono in modo eccellente.

Quindi vi fu ancora pace per una decina d’anni, ma re Etereldo, che già dai contemporanei veniva chiamo il Perplesso o l’Indeciso, in un momento in cui i pirati danesi rincominciarono ad imperversare sulle coste del suo regno, tentò di compensare la sua debolezza con un insolito atto di forza : il 13 Novembre del 1002 ordinò di uccidere tutti i danesi del suo regno, ma per sua sfortuna venne uccisa anche la sorella del re di Danimarca; questi si vendicò su Cambridge e Oxford e nel 1012 si presentò alle porte di Londra con un grande esercito, ma non volendosi impegnare in un lungo assedio andò a conquistare il Wessex. Tre anni dopo l’inghilterra verrà incorporata nel regno di Canuto il Grande.
Quando questo re, nel 1030, finì le sue conquiste annoverava fra i propri domini la Danimarca, la Svezia, la Norvegia, l’Inghilterra e le varie isole.

Questo impero, però durò solo pochi anni perché poi i regni tornarono ai rispettivi proprietari.
Ma le pene per l’isola anglosassone non erano finite, perché alla morte di re Edoardo, Aroldo, un conte e il Duca di Normandia Guglielmo il Bastardo si disputarono il trono.
Quest’ultimo riuscì a riunire un grande esercito e a convincere il re di Norvegia ad attaccare l’Inghilterra.
Nel 1066 Aroldo sconfisse, presso York, l’esercito norvegese, ma non arrivò in tempo per evitare lo sbarco del Bastardo e così il 13 ottobre i due eserciti si scontrarono e dopo la schiacciante vittoria normanna, Guglielmo, che da quel giorno verrà chiamato il Conquistatore, divenne re il giorno di Natale del 1066. Questi andò a creare le fondamenta di un regno che esiste tuttora , infatti dopo la conquista normanna l’isola non venne più presa da eserciti stranieri.

8 - I Vichinghi e il resto d’Europa

I primi attacchi nel Mediterraneo furono verso l’ottavo secolo e si conclusero con la costituzione del regno delle due Sicilie nel 1091 da parte di Ruggero II che lo trasformò nel paese più civile e con l’economia più fiorente d’Europa, e fece di Palermo la capitale più attraente e favolosa del Mediterraneo.
Come già sappiamo alcuni vichinghi si spinsero in un territorio che va dal bassopiano sarmatico fino al Mar Nero, seguendo il corso di alcuni fiumi lo esplorarono e prendendo la via Dnepr fondarono Kiev (864).
Nel 987 re Vladimir si fece battezzare ed aprì i suoi confini ai missionari greci.
Vi furono molti scontri con la vicina Bisanzio, che essi chiamavano Miklagard (“la grande città”), più volte la assediarono, senza distruggerla, poiché riuscivano a portare a casa vantaggiosi trattati commerciali. Alcuni però erano al servizio dei bizantini, o facevano parte della guardia imperiale, o erano dei condottieri in battaglia. Famoso è l’esempio Aroldo lo Spietato, a lungo comandante della guardia imperiale, conquistò 80 città fortificate e riportò 18 vittorie come generale dell’impero (divenne re di Norvegia e fu lui quello che attaccò il conte Aroldo e che venne sconfitto presso York, dove perse anche la vita (Battaglia di Hastings).

9 - Vichinghi, le isole e l’America del Nord

Passo fondamentale per l’arrivo dei vichinghi in America fu la conquista delle isole, che fu possibile grazie alla tecnica del balzo delle isole, che verrà rivista in chiave moderna tra giapponesi e americani nella 2° Guerra Mondiale.
Forse già prima di Lindisfarne i guerrieri nordici avevano assoggettato le Shetland, poi fu il turno delle Faroer, delle Ebridi e delle Orcadi e venne anche conquistata l’isola di Man.
L’Irlanda, che dopo la prima invasione da parte dei norvegesi nel 839 (che tra l’altro fondarono Dublino) era divisa appunto tra norvegesi, danesi, inglesi e irlandesi. Fu tormentata dalla prima metà dell’ottocento fino a circa l’anno mille, quando il re Brian cacciò gli stranieri e gli irlandesi furono liberi.

La prima vera stazione verso il nuovo mondo fu l’Islanda (“isola del ghiaccio”).
Scoperta da monaci iro – scozzesi fu occupata e colonizzata dai norvegesi verso l’860, quelli che tornarono a casa parlarono così bene della nuova terra che vi fu una massiccia ondata migratoria, che porto , nel 930, il numero di abitanti a 30.000.

La tappa successiva fu la Groenlandia (“terra verde”), scoperta verso il 900 da Erik il Rosso, che fondò due colonie, una a Est e una a Ovest. Dato che a differenza del nome la terra era tutt’altro che ospitale, alcuni si spinsero più a Ovest arrivando sull’isola di Terranova, da loro chiamata Vinland (terra del vino). Sbarcarono anche nel Labrador, per loro Markland (terra delle foreste), anche se fondarono delle colonie vennero cacciati dai nativi, infatti per i guerrieri nordici risultava impossibile fronteggiare i nuovi nemici che li tempestavano di dardi e li superavano in numero.
Per molto tempo storici e appassionati cercarono prove della presenza vichinga nel Nord d’America e finalmente negli anni ’60, dopo decenni di ricerche fu scoperto un campo di sicura origine nordica sull’isola di Terranova, ma non ci sono ancora prove certe sull’esistenza di colonie a Sud del Vinland.

10 - I vichinghi : com’erano fatti e i loro ideali (dai vestiti alla vendetta)

I vichinghi vennero sempre visti come superdotati sanissimi dalla nascita in poi, ma dopo ricerche moderne si è scoperto che erano frequenti artrite, reumatismi e altre malattie causate dalla vita in mare.
Questo popolo di guerrieri veniva visto anche come un popolo di giganti, ed era vero, perché la loro media era di 1,70, che era superiore di una spanna rispetto a quella europea e di tutta la testa a quella araba.
Grazie a numerosi ritrovamenti siamo ben informati sul vestiario nordico : gli uomini , di solito, indossavano, una lunga tunica di lino o lana, insieme a delle brache lunghe.
I cavalieri normanni erano intenditori di moda, essi portavano cappe eleganti o mantelli a tre quarti. Capi vichinghi e i ricchi commercianti solevano indossare farsetti di pelliccia, ma solo su una spalla, perché l’altra, insieme a tutto l’arto, veniva tatuata o dipinta.
Avevano anche una passione sconfinata per i gioielli : anelli, bracciali a spirale e diademi.
Il vestiario femminile già era differente : sopra una camicia di lino vi era una veste formata da due parti, unite da dei fermagli. Veniva poi un mantello senza maniche più o meno lungo.
Questo era di solito ciò che indossavano le donne vichinghe, mentre alcune ragazze, come appare in arazzo dell’epoca, solevano vestirsi in minigonna e stivali per attirare i migliori partiti. Anche la femminilità vichinga aveva un debole per ornamenti di ogni tipo : monili, spille, fermagli, anelli e bracciali.
Quindi vanità e smania di grandezza avevano il loro posto anche presso i popoli nordici.

Lo scopo precipuo di un matrimonio era quello di fare più bambini possibili e visto che la parola forza era al vertice del lessico vichingo, i bimbi deboli o malfermi venivano esposti. Per quelli sani, invece, lo sviluppo iniziava fin dalla culla. Gli esercizi fisici erano il nerbo di tale educazione : tiro dei sassi, corsa, salto, cavallo, arrampicata e nuoto erano le discipline di base. Ovviamente ancora bambino imparava a familiarizzare con le armi.
Un ragazzo a 12 anni era quasi un adulto, a quattordici poteva sposarsi e partecipare alle azioni di vendetta e a quindici come massimo partiva per un grande viaggio. Con grande passione ci si esercitava al duello con la spada, anche perché la vita aveva uno scarso valore, compresa la propria.
Bisogna comunque fare qualche limitazione. Anche se era permesso uccidere un uomo, se lo si faceva con il favore delle tenebre o alle spalle, si veniva puniti : se non veniva vendicato il morto, l’autore rischiava l’esilio.
La vendetta era possibile solo fra pari : essere oggetto di vendetta presumeva infatti rango e prestigio. L’onore era un fattore fondamentale, anche perché non era tanto una questione del rispetto di se, quanto piuttosto di rispetto altrui nei propri confronti; bastava un nonnulla a far scattare il meccanismo di rivincita che era onnipresente nell’animo vichingo. La vendetta non era esclusivamente maschile, anche le donne avevano il potere di vendicarsi ed erano altrettanto crudeli e spietate.
Diretta conseguenza del culto dell’onore e della vendetta era la massa di faide in corso costantemente ovunque. Le statistiche riferisco che vi erano addirittura circa 500 fazioni in lotta.

11 – La società nordica (le tre classi e il ruolo della donna)

Il dio Heimdall decise un giorno di lasciare la sua dimora per fare una capatina nel mondo degli uomini.
Giunto ad una misera capanna e dalla porta semiaperta, il nostro dio vide due stente figure, un uomo ed una donna, dopo essere stato con loro tre giorni e altrettante notti, questi se ne andò.
Nove mesi dopo la donna ebbe un figlio che chiamò servo.
Il dio proseguito il suo viaggio giunse davanti ad una casa solida e dentro vi trovò Atti e Amma, intenti al lavoro. Heimdall si unì a loro e dopo tre notti continuò il suo viaggio.
Dopo il tempo stabilito Amma diede alla luce un figlio che chiamò contadino.
Il dio giunse infine davanti ad una grande dimora e il frutto del viaggio in questa casa fu un bel giovine che dalla madre venne chiamato Jarl (“nobile”).

Così secondo la mitologia nascono le tre classi della società vichinga : i servi, i contadini e i nobili.
I servi differivano dai padroni già dal loro aspetto esteriore : avevano i capelli tagliati corti, non possedevano armi, vestivano tuniche di lana grezza incolori. Il compito dei non – liberi era quello di sbrigare tutti i lavori pesanti, sporchi e bassi:
- custodire e nutrire il bestiame;
- trasportare il letame;
- concimare i campi.

La donna invece doveva :
- mungere, cucinare e lavare ;
- macinare il grano e cuocere il pane.

Gli schiavi avevano funzione di merce: comprati, scambiati o rubati non esistevano sotto il profilo umano. Non potevano assolutamente attentare alla vita di un uomo libero, mentre questo aveva potere di vita o di morte su di lui.
Al padrone, inoltre, era permesso disporre delle serve a suo piacimento, erano frequenti i servi nati da rapporti con il padrone.
Gli uomini liberi, come già visto, avevano il potere sui servi e facevano un gran numero di altre attività , che verranno spiegate nel prossimo capitolo.
Essi avevano un incredibile attaccamento alla terra e anche un gran peso economico e politico.
In perenne contrasto con i contadini c’era la classe nobile. Da una parte liberi proprietari tesi a imporre la loro volontà al re in persona e pronti a sacrificarlo se un raccolto andava male o se le navi stavano troppo all’ancora, dall’altra, capi consci del proprio potere, che usavano con brutale violenza.
La donna aveva grande importanza, perché soltanto la sua efficienza e il suo dinamismo potevano mettere i mariti e i figli in condizione di tenere l’Europa con il fiato sospeso.
Per un verso le donne avevano un vantaggio sui mariti : governavano più a lungo.
Mantenevano la loro posizione di padrone di casa anche quando i coniugi si erano ormai
ridotti ad essere mantenuti dall’erede.
La sorte tragica dell’uomo nordico era appunto quella di divenire troppo vecchio per dare un apporto consistente, e allora divenivano solo dei pesi, dei mangiapane a ufo che prima liberavano un posto a tavola meglio era.
Non così la donna. Alle sue mani era affidata la casa e la fattoria anche quando il marito non era più in grado di tenere una spada. Esse adempivano le loro funzioni sociali fino all’ultimo giorno.

12 – Le attività di un uomo libero e la casa vichinga

Nell’agricoltura era già presente la rotazione delle colture, ed era determinata dall’avvicendarsi di semina invernale, primaverile e maggese : la tradizionale economia dei tre campi. I campi venivano arati con aratri del tipo e della provenienza più disparati, testimoniati dai ritrovamenti archeologici.
La segale, resistente al freddo, costituiva la base del nutrimento; l’avena era anzitutto usata come foraggio per i cavalli; l’orzo, una volta fermentato, serviva alla preparazione dell’idromele
In Groenlandia i coloni riuscirono ad acclimatare solo orzo e avena marina.
La cipolla era la verdura favorita, dov’era possibile essi coltivavano anche piselli e crescioni. La produzione di frutta era limitata alle mele.
L’allevamento del bestiame era il naturale completamento della coltura dei campi.
Le loro bestie però erano alquanto piccole e sottosviluppate, anche se cani e cavalli avrebbero potuto reggere il confronto con le moderne razze pregiate.
La ricchezza di un contadino non si misurava solo dalla grandezza del suo fondo, ma anche dal numero di capi che possedeva. Per i danesi e gli svedesi erano le mucche, grandi greggi di pecore erano l’orgoglio del contadino islandese, le renne lo erano di quello norvegese.
Nonostante tutto agricoltura e allevamento il più delle volte non bastavano e così si dedicavano anche alla caccia, alla pesca e alla cattura degli uccelli.
I pescatori catturavano salmoni e trote nelle acque interne, merluzzi e aringhe nei mari.
Si cacciava anche la balena, con il metodo usato ancora oggi alle Faroer : spingendole fino alla spiaggia e lì vengono uccise.
Il contadino ricco, inoltre, era anche esperto in molte attività artigiane, ogni fattoria che si rispetti aveva la sua fucina e all’interno tutti gli attrezzi del mestiere : martelli di varie dimensioni, incudini e tenaglie.

L’abitazione vichinga non è un tema di studio della storia dell’arte. Gli storici dell’architettura hanno ben pochi motivi di occuparsene. Semplice di costruzione, essa forniva una comodità solo limitata : niente altro che calore, riparo e sicurezza dalle intemperie. Tuttavia, come ogni lavoro contadino, meritava rispetto.

13 – La scena spirituale

Vi era un tempio molto prestigioso a Uppsala, in Svezia. L’edificio era cinto da una catena d’oro che brillava da lungi al pellegrino. Vi era, lì accanto, un grande albero sempreverde dai lunghi rami. Ai suoi piedi si trovava una fonte alla quale i vichinghi solevano sacrificare ai loro dei , sprofondandovi uomini vivi. Ogni nove anni, a Uppsala, aveva luogo una festa comune di tutte le genti svedesi, alla quale ciascuna comunità doveva sacrificare nove esemplari di maschi di ogni specie : cani, cavalli e uomini. Simili feste erano d’uso anche nei templi norvegesi e danesi.
Secondo la mitologia all’inizio fu il caos, nel Niflheim torreggiavano montagne di ghiaccio eterno, mentre il Muspelheim era rischiarato da fiamme di fuoco. Dal contatto tra ghiaccio e fuoco nacque il primo essere animato, il gigante Ymir. La compagna di Ymir fu Audumla, e da lei ebbe una coppia di giganti e il primo essere umano, Buri, che ebbe Bor; questi , insieme alla figlia dei giganti ebbe tre dei : Odino , Vili e Ve.
I tre uccisero Ymir e da lui edificarono il mondo. Il cranio formò la volta celeste, il cervello si tramutò nelle nuvole, la sua carne in terre e isole e il suo sangue nel mare. Essi costituirono Midgard, la terra di mezzo, tra l’inferno e il cielo e Utgard, la terra di periferia, un arido e desolato deserto che assegnarono ai giganti.

Gli dei, invece, dimoravano ad Asgard, che al suo centro aveva Yggdrasil, il frassino del mondo, che dalla volta celeste affondava le sue radici fino all’inferno. Alle tre fonti che lo alimentavano sedevano tre norne, intente a filare i fili del destino, che tutto il mondo irretiva, gli dei non esclusi.
Questi ultimi insufflarono l’alito divino in due tronchi che si tramutarono nella prima coppia umana : Askr e Embla. Alla loro prole affidarono quindi le terre lambite dal mare, avvinte dal gigantesco serpente del Midgard.
Compiuta la loro opera tornarono alla vita quotidiana : mangiavano, bevevano, amavano e litigavano. Però i giganti li angustiavano , conflitti e rivalità li tenevano con il fiato sospeso.
Odino il gran presidente del consiglio celeste, signore del cielo, conoscitore e padrone di tutti i segreti, aveva perso un occhio per aver guardato la fonte della saggezza.
Maestro di rune, il dio dava protezione agli scaldi.
Egli sapeva che un giorno i giganti sarebbero scesi in campo per la battaglia finale e allora attirava nel Vallhala gli eroi del mondo tramite le valchirie, sue figlie adottive. Così per tenersi in forma durante tutto il giorno lottavano, adunandosi poi alla sera nella sala gigantesca per un opulento banchetto.

Un'altra figura che spicca nell’immaginario nordico è Thor un tipo di contadino un po’ rozzo, per nulla ingegnoso, ma simpatico, in perenne lotta contro i giganti e il serpente del Midgard.
Facilmente irritabile, temperamento vulcanico e terribile nelle sue ire, era però un bonaccione e proteggeva l’instancabile contadino.
Il dio si occupava dei campi, preservava il bestiame e controllava il tempo.
Thor disponeva di tre fonti di energia che lo rendevano invincibile : una cintura che raddoppiava la sua forza, un paio di guanti di ferro per brandire meglio il martello, e il martello stesso, Mjolnir,che egli usava come ascia da getto. Questo martello aveva due interessanti proprietà : sprizzava lampi quando solcava l’aria e tornava a comando dal suo padrone.

Dopo Odino, chi aveva più autorità era Tyr, il dio della guerra e della giustizia, l’unico che era riuscito ad ammansire il gigantesco lupo Fenrir incatenandolo.
Di tutt’altra pasta era fatto Loki, la figura più ambigua fra tutti gli dei.
Aveva come figli Fenrir , il lupo, il serpente del Midgard e Hel , la dea degli inferi.
Aveva il potere di cambiar d’aspetto. Possedeva scarpe che lo rendevano invisibile. Maestro di ogni scherzo, amava spettegolare e rivelare i segreti altrui. Era senza morale, senza tatto e senza cuore.

Baldr, un dio senza macchia, la bontà, la purezza , la virtù in persona. Tutti gli elementi, le malattie, le piante gli animali avevano giurato di non fargli del male, a questo giuramento però era sfuggito un ramoscello di vischio, Loki fatta una freccia del ramoscello la mise in mano ad un dio ceco, che con l’arco centrò Baldr, che morì.
L’esistenza degli dei era limitata e doveva avere una fine : il Ragnarhok, il fato divino sarebbe piombato su di loro, a causa di tutti i peccati che avevano commesso, invece di dare il buon esempio agli uomini.
Le colpe principali furono due : l’aver ingannato e ucciso il gigante che ha edificato Asgard, l’aver bruciato la strega Gullveig.
Così il dio Heimdall doveva fare da guardia e, nel caso in cui i giganti muovessero guerra, soffiare nel suo corno.
E quando arriverà il giorno finale Heimdall soffierà nel suo corno allora il lupo Fenrir spezzerà le catene e spalancherà le fauci, il serpente del Midgard staffilerà il mare. E il finale che comincia.
L’esercito degli dei e degli eroi si disporrà su un campo di battaglia di quasi duecento kilometri quadrati. Odino sarà il primo a gettarsi nella mischia, ma verrà divorato da Fenrir, subito però lo vendica suo figlio. Thor abbatte finalmente il serpente del Midgard, ma soccombe alla sua bava velenosa. Gli dei muoiono tutti, la battaglia si risolve in uno sterminio a cui nessuno sfugge, neppure il mondo degli uomini devastato da incendi, terremoti e maremoti.
Resta il nulla, ma da questo nulla nasce una nuova terra e prende il governo una nuova generazione celeste. Sarà Baldr il capo insieme ai figli di Odino che nulla avevano a che fare negli intrighi di Asgard. Nasce quindi un mondo nuovo : pieno d’amore e bontà , ricco di purezza per tutte le creature.

14 – Quando il predatore diventa preda

Nel 1135 pirati slavi attaccarono una città svedese, la saccheggiarono e vendettero i suoi abitanti come schiavi. Otto anni dopo, in Danimarca, per difendersi dai pirati vendi iniziò a costruire una rocca sullo stretto di Oresund: la futura Copenaghen . Nel 1187 venne assalita e rasa al suolo una base commerciale svedese, da parte di corsari estoni.

Da predatori, i vichinghi erano ormai diventati preda.

Testo di Dalla Casa Andrea

 


Quattro alfabeti runici medioevali (secondo Holand).
prima e seconda colonna: alfabeti di Dalekarlia (900-1100)
terza colonna: alfabeto di Sconia (ca. 1250)
quarta colonna: alfabeto della pietra di Kensington (Museo Naz. di Washington)

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sui Vichinghi vedi qui altre pagine > >

e qui pagine sui NORMANNI > >

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