1992. cronologia.it
** DOPO LA CADUTA DEL “MURO”
** L’ANNO DI TANGENTOPOLI
** IL COSSIGA DEL ’48
Caduto il “muro”, abbiamo visto la riunificazione tedesca nel ’90, nel 91 la disgregazione sovietica, e in questo 92 la sua accelerazione. Non essendoci più un centro politico-ideologico che controlla il Paese, ogni nazione riprende in mano la vecchia cartina e la ripropone con il suo antico nazionalismo davanti a tutti, con la forza a volte anche impari. Come l’Estonia, la Lituania, la Lettonia, la Polonia, l’Afganistan, la Cecoslovacchia, la Cecenia; o come i Curdi, i Serbi, gli Sloveni, i Bosniaci, i Croati, i Montenegrini, gli Albanesi, i Rumeni ecc.
Tutti Paesi, le cui drammatiche vicende, andranno a riempire le pagine dei giornali dei prossimi anni.
Un maremoto dentro lo sterminato “oceano” Est, fatto di tanti popoli e repubbliche, dove abbiamo subito visto che quelli che godono di “grandi risorse” sia nei territori che nei propri cervelli, non vogliono più dividere gli utili con quelli che fino ad oggi sono vissuti con la comoda apatia o altri come parassiti, con i sussidi del comitato centrale, quando questo prendeva dai laboriosi per dare ai lavativi o appiattiva gli ingegni; per non avere il “disturbo”, la “provocazione sociale”, la “ribellione della massa”.
Molti pensavano che la tendenza liberista dei Paesi Occidentali, era un patrimonio genetico degenere o il frutto di una perversa educazione nelle società dei Paesi liberisti (capitalisti) e che una buona educazione (!) e ideologia marxista-leninista collettivistica era quello che mancava in occidente. L’abbiamo vista!!! L’idea era buona (e prima o dopo ritornerà) ma mancavano gli uomini adatti a portarla avanti. Gli errori si videro subito all’inizio, quando Lenin dopo i primi anni non seppe prendere (e non ne aveva le capacità) delle decisioni di carattere economico, e dovette nuovamente ricorrere ai funzionari giacobini.
“”” Se nel ’48 l’Italia fosse andata verso quella direzione, nel 1992 la penisola avrebbe vissuto anch’essa il suo dramma. Molti affermano che riguardo alla Gladio, Cossiga ne ha data una ineccepibile giustificazione istituzionale”.
Anche Scelba in una intervista a Federico Orlando affermò anni addietro: “Mantengo il riserbo. Ma posso solo dire che non avremmo ceduto il potere….Reclutammo uomini affidabili, creando una serie di poteri per l’emergenza; una rete paramilitare segreta parallela a quella ufficiale, ma ad essa superiore, che avrebbe assunto automaticamente ogni potere in caso di insurrezione”.
(Non sarebbe però fantapolitica, pensare che a impedire l’ascesa del PCI in Italia siano stati proprio i Russi, per impedire di non stravolgere i concordati equilibri di Yalta. Inoltre dopo Cuba, il disgelo di Nixon, voleva dire sia per la Russia che per la Cina, aiuti monetari, grano ecc. In America c’era da mangiare, non Italia.
Luigi Gedda, anche lui senza esporsi troppo, ha confermato ultimamente: “Si’… forse…. può darsi… che c’erano questi uomini, sono forse da ascriversi probabilmente alla componente della Fuci, forse a livello locale e per ordini di alcuni militanti”.
E’ interessante ricordare che Andreotti era stato pochi anni prima dal 1942 al 1945 presidente proprio della Fuci, poi subito dopo a soli 25 anni delfino prediletto di De Gasperi, e a 26 anni, nel 1945, membro della Consulta, e nel 1946-1948 della Costituente. Una carriera fulminante.
Cossiga invece si era iscritto alla DC a 17 anni, nel ’45. Sono anni dove precocemente studia già all’Università, infatti nel ’48 a soli venti anni si laurea in giurisprudenza, diventando subito un elemento attivo e molto dinamico, tanto da guidare la rivolta a Sassari dei cosiddetti “giovani turchi” contro un potente personaggio DC (le “picconate” ai suoi le dava già allora) e che trovava spesso sulla sua strada: Antonio Segni.
Poi conobbe Rumor. Scriverà in seguito: “Non so se per lui sia stato un merito o una colpa, ma la mia carriera politica è dovuta a lui quando era vice segretario del partito. Lo invitammo a Sassari in Sardegna mentre eravamo in rotta di collisione con vecchi personaggi che non concedevano alcuna libertà. Ci esortò a resistere”.
Ma c’è anche un’altra dichiarazione “Segni il mio predecessore nel ’48 (aveva 20 anni – mi ha mandato a prendere le armi…” (lo dichiara a Chicago, vedi Corriere del 13 gennaio 1992) “….in previsione di un possibile tentativo comunista di golpe nel 1948”
E sarà poi lui il “gran laico” firmatario dell’atto costituivo della Stay behind (questo era il vero nome della Gladio)
Diventato subito segretario provinciale, Cossiga a meno di 30 anni entrava come deputato in parlamento. Subito entrati nella sfera di Moro, sia Cossiga che Andreotti, malgrado una palese diversità di carattere, furono considerati dall’Alleanza Atlantica i politici più affidabili sul territorio nazionale, tanto da trasmettere a loro i maggiori segreti; e al sardo l’organizzazione della Stay Behind (Gladio), che proprio per la sua efficienza operativa, seppe – nelle mani di Cossiga- rimanere nell’ombra, ignorata persino dai vertici di governo e dalla stessa DC, dentro nella quale, come abbiamo visto (ma non abbiamo visto ancora tutto, forse dopo il 2000) si muovevano molti trasformisti, pronti a scavalcare alla prima occasione il proprio Capo corrente pur non avendone i meriti per allearsi anche con il diavolo per far carriera, quindi non affidabili. Un giorno forse appureremo che tra coloro che si scagliavano (cianciando solo) contro il comunismo dell’Est erano proprio quelli che facendo il doppio gioco erano al servizio del KGB; la Russia preferiva spendere soldi per reclutare e affiliare politici e penne democristiane, piuttosto che affiliare veri comunisti. Con questi ultimi se si sbagliava si comprometteva il partito comunista italiano, con gli altri invece risultati e armi migliori: avere le notizie direttamente dall’interno, ed avere in ogni momento un arma di ricatto “attenzione potremmo rivelare che fra di voi ci sono dei nostri”.
Cossiga, caduto poi il muro, e fallito il comunismo non ebbe poi la minima incertezza a giustificare e a legittimare a spada tratta la Gladio (*). Non si era più nel ’69, quando fu proprio lui, a curare gli omissis (tanti quelli di Rumor) ai documenti di un “piano” (Piano Solo), e le rivelazioni sulla strage di Piazza Fontana (processo di Catanzaro) che altro non erano che una “risposta” a un “piano eversivo rosso” con qualche dissidente “bianco” (!), quelli non affidabili per le ondivaghe svolte, o perchè -impressionati dai morti (Rumor – VEDI 1970 . IL DOPO PIAZZA FONTANA) si tirarono indietro. Quindi come affermerà in seguito Cossiga, era del tutto legittima sia l’organizzazione, sia gli omissis. (ma un giorno lontano sapremo dai carteggi di Rumor, cos’erano questi omissis). L’Italia comunqnue – nel bene e nel male- non è diventata né l’Ungheria, né la Cecoslovacchia, né la Iugoslavia, e neppure quell’Albania, che negli anni Settanta molti extraparlamentari nel nominarla andavano in deliquio appassionandosi a quei quattro straccioni maoisti cinesi che erano arrivati a Tirana. Gridavano in coro “La Cina è vicina, é già in Albania”. (I Cinesi lo capirono subito dopo, e se ne andarono!)
(*) Ma anche perchè sapeva Cossiga che prima o dopo, da quel “muro” che ora non esisteva più, sarebbero arrivati dossier scottanti per la sinistra. Ne era così sicuro (ma chi meglio di lui in Italia?) che propose ai primi di gennaio (il 28) un decreto e invitò i vertici del Pds ad approvarlo. La sostanza del decreto era questa “Va impedito che quelle carte, quelle liste di nomi, finiscano in mano alla magistratura e che dalla magistratura finiscano in mano alla stampa” – e avvertì – “attenzione, dentro quei dossier ce n’è abbastanza per rovinarvi”. “Inoltre verrebbero compromesse le “relazioni internazionali italiane”. “Bisogna congelare tutto. Mettere la parola fine.”
Non lo presero sul serio. A qualcuno sembrò che Cossiga scherzasse. Dimenticando che Cossiga è sempre stato l’uomo di cui si sono fidati sia gli americani sia i russi, per le rispettive mosse e per mantenere quell’equilibrio internazionale sancito a Yalta. Se poi consideriamo che c’era un disgelo (per ottenere aiuti) tra Russia, Cina e America lo scenario geo-politico era molto chiaro.
Non fu ascoltato. Anzi il 29 gennaio sull’Unità comparve un articolo che molti italiani capirono poco. Era un No della sinistra, ma di che No si trattava pochi lo compresero. Doveva capirlo solo Cossiga. Così del decreto nessuno ne parlò più.
Se un giorno arriveranno quei documenti per altre vie, ci sarà da strapparsi i capelli. Ma non solo dentro la sinistra, saranno imbarazzati anche dentro la destra e nella stessa Dc..
IL 27 e 28 GIUGNO
IUGOSLAVIA
Ritorniamo al terremoto dell’Est causato da sette decenni di scellerate politiche ed ideologie per nulla attecchite né con le buone né con le cattive. Ma non erano solo queste le cause. Altre motivazioni emergono quest’anno tra i vari Paesi: e sono le differenze etniche, culturali e religiose che ancora oggi ci sono e persistono e dove molti rancori e animosità hanno radici in tempi lontanissimi.
Una di queste, la Iugoslavia, ha fatto riemergere dal profondo, le sue molteplici etnie, tenute soffocate da confini fatti con la forza, 47-77-144 anni fa, rispettivamente da Stalin, dall’impero austro-ungarico e perfino dal lontano 1187 quando Bisanzio intervenne sul territorio balcanico, e deportò l’intera popolazione per farne schiavi, (slavi=schiavi). Poi non contenta causò quel confine tra la chiesa greca e latina. Poi seguì la dominazione musulmana.
Molti fatti avvennero sempre tra il 28 e il 29 GIUGNO.
UNA DATA RICORRENTE E SEMPRE A RISCHIO. Nel 1389 alla Piana dei Merli nel Kosovo furono uccisi dai turchi tutti i nobili serbi. Il popolo fu poi disperso, ma ognuno si portò dietro il motto “dove c’è un serbo, lì é la Serbia”. Ad ogni nato, da 602 anni, il serbo lo “battezza” lo mette nella culla, e auspica che sia lui “il vendicatore” della Piana dei Merli.
Era quel giorno il 28-29 GIUGNO DEL 1389. Lo stesso mese e lo stesso giorno, il 28 GIUGNO del 1914 lo studente PRINCIP ( < QUI LA SUA STORIA) tenne fede a quell’impegno battesimale secolare; dopo 525 anni fu lui il “vendicatore”; uccise l’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e la sua consorte in nome della libertà dei serbi, provocando lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Tralascimo quello che seguì (troverete i fatti nella Cronologia); nello stesso mese e nello stesso giorno, il 28 GIUGNO del 1992 é scoppiata la rivoluzione in tutta la Jugoslavia con le stesse motivazioni di sopra. Ricostituzione di uno Stato Serbo.
Sappiamo come é andata a finire in Croazia, Slovenia, Bosnia e Serbia. Parallelamente poi sono seguite e non sono ancora terminate le rivendicazioni degli Albanesi, del Kosovo, del Montenegro. A nord l’Albania é abitata da popolazioni di origine serba, a sud di origine turca, e in mezzo il confine che divide due mondi diversi e due epoche (vedi origine dell’Albania- Kosovo)
Fin quando chi traccia i confini non tiene conto delle valenze genetiche e di particolari episodi della storia che hanno lasciato ferite profonde in un popolo (di cui in questa cronologia ne abbiamo appena accennato qualcuna) e si portano dietro questa valenza chiamata “fattore R (o “difesa del territorio”) che risiede in ognuno di noi nel proprio ipotalamo, avrà sempre micce accese vaganti nella coscienza collettiva di alcune popolazioni che delle storiche ataviche origini, etnie, soprusi, invasioni, deportazioni, culture, spesso hanno letto poco o non conoscono quasi nulla.
(e di queste irrazionali valenze ne abbiamo molte a distanza di secoli, nell’Uster, in Irlanda, nei paesi Baschi, nella Corsica, in Sicilia, in Alto Adige ecc. E hanno tutti una data ben precisa, da noi ignorata, ma non da loro.
( LA STORIA DELLA SERBIA-ALBANIA-KOSOVO INIZIA NEL 1195 )
VEDI INIZIO DI “MANI PULITE” IN GENNAIO
Il “TERREMOTO” tangentopoli, pur appena all’inizio, causa immediate ripercussioni nella politica delle elezioni del 5 APRILE, con effetti devastanti in alcuni partiti ma di aiuto in altre compagini emergenti, che hanno approfittato del disordine e del caos, come la LEGA LOMBARDA.
Al Senato la DC scende a 27,3 e alla Camera ottiene un misero il 29,7. Aveva prima rispettivamente il 33,6 e il 34,3. Perde 46 seggi (una DC mai scesa così in basso).
Ma al PDS non si sta meglio, c’è un vero e proprio tracollo e pur toccato solo marginalmente da tangentopoli, scende al 17,1 e 16,1 contro il 28,3 e il 26,6. Ma perde 97 seggi.
Al settimo cielo BOSSI che da 1 seggio alla Camera sale a 55, e da 1 al Senato sale a 25. La campagna diffamatoria sulla Lega, e su questi soggetti accusati di essere rozzi e ignoranti, diventa un boomerang. Di alternative non se ne vedono e Bossi può tranquillamente cavalcare la “protesta”.
COSÌ GLI ALTRI RISULTATI ALLA CAMERA:
PSI 13,6 – LEGA L. 8,7 – Rif.C. 5,6 – MSI-DN 5,4
PRI 4,4 – PLI 2,8 – Verdi 2,8 – PSDI 2,7 – Rete 1,9
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