ANNO 1925
(continua anno 1925 a)
Il 14 gennaio ROCCO (che nel 1931 varer� anche il Nuovo Codice Penale) ha preparato in 11 giorni, 2376 decreti legge (alcuni non saranno mai cancellati, nel 2000 tuttora in vigore) che sono in pochi giorni tutti approvati. Il 17 si vara subito un'altra legge elettorale, uninominale, che passa (!) alla Camera con 307 voti contro gli unici oppositori, 33.
GRAMSCI dir� (nel suo unico discorso) che le leggi di Rocco, mirano a fornire al governo mezzi legali per eliminare qualsiasi libert� d'associazione.
Nei vari partiti d'opposizione c'� il terrore di far la fine di Matteotti. DON STURZO fugge in Svizzera, poi a Londra ed infine a New York; nel '26 � la volta di SARAGAT, TREVES, TOGLIATTI, SCOCCIMARRO, RAVERA, ROSSELLI, NENNI, BASSO, ROSSELLI, PARRI, PERTINI, GOBETTI. GRAMSCI si attarda ed � arrestato con l'intero gruppo comunista e messo in carcere.
Nel '26 � ripristinata la pena di morte.L'isola di Lipari � adibita a confino per una serie di reati politici. Alcuni oppositori riparano all'estero per iniziare in clandestinit� una campagna antiregime che durer� venti anni. Molti di loro moriranno in esilio, altri nel '45 rientreranno in Italia per assumere importanti cariche nell'Italia Repubblicana (anche se alcuni non sono per nulla maturati).
Quelli rifugiati all'estero condussero le loro battaglie dall'esterno con diversi metodi non sempre validi, e con tanti contrasti fra di loro, mentre quelli rimasti sul territorio rischiando molto e non perdendosi di vista ottennero in seguito molto di pi�. Rimanendo sul "campo", molti sfidarono il regime, come fecero i seguaci di DON STURZO, alcuni liberali, e il Filosofo CROCE.
I frutti li diedero in ogni caso sia quelli che lavorarono all'interno a contatto con la realt� del Paese toccando il polso del popolo, sia quelli che rifugiatisi all'estero presto trasformarono quei luoghi ospitanti in una grande cassa di risonanza internazionale con le loro proteste.
Risonanze che servivano a far prendere coscienza agli altri Paesi alcuni aspetti negativi del fascismo. Due strategie entrambe a volte obbligate a volte deliberate, che non sempre ottennero grossi risultati fuori e dentro, spesso dovute alle divergenze ideologiche e anche a beghe di partito interne, che anche a fine conflitto poi emersero caustiche e violente.
Tuttavia alcune nazioni rimasero molto attente agli sviluppi del fascismo, altre invece visto alcuni buoni risultati, dopo alcuni anni, cominciarono addirittura a simpatizzare. Ma ritorniamo alla nostra cronaca. Del 3 gennaio......3 GENNAIO - Per coloro che nel partito fascista avevano alzato la testa e addirittura si erano messi contro MUSSOLINI, dopo il suo discorso barricadiero, partono migliaia dI "esonero dagli incarichi" che il partito aveva fatto loro avere; perdono il posto perfino molti consiglieri di Stato, prefetti, ras di provincia, o semplici impiegati. Mussolini scarica o li mette in condizione di non nuocere, BALBO, DI BONO, DE VECCHI (i tre quadrunviri, fondatori della Milizia, fascisti della prima ora, ma con qualche ambizione di troppo) e tanti altre espulsioni come gli squadristi ras, TORRE, GEMELLI, REBORA, BOIDO e altri.
Alcuni sono costretti ad abbandonare sogni di secessione e forme di critica dentro il partito, altri autonomamente lo abbandonano per non andare incontro alla rovina totale, convinti ormai, ed � chiaro, che a comandare sar� d'ora in avanti solo lui, Mussolini. Nascono e s'impongono gli slogan, perentori: "Credere, obbedire, combattere". E ne nasce uno molto chiaro, "Il Duce ha sempre ragione!".
Qualche resistenza l'abbiamo nel mondo intellettuale, con i pubblici manifesti d'assenso o di dissenso, con i botta e risposta dei due giganti intellettuali del tempo, GENTILE e CROCE (dove nasce un'insanabile rottura).
Il primo vuole dimostrare a MUSSOLINI l'intimo legame che si sta realizzando tra fascismo e cultura. Il suo appoggio � firmato da 250 grandi nomi di storici, musicisti, giornalisti, poeti e uomini di teatro. Plateale l'assenso di PIRANDELLO che considera Mussolini "il formidabile creatore", il "superbo animatore della nazione" e chiedendo la tessera si propone come "umile e obbediente gregario".L'altro, BENEDETTO CROCE, vede le due entit� separate, "unirle - afferma - � un grossolano errore"; lo asserisce lui e lo sottoscrivano altri uomini di cultura, altrettanto autorevoli pari ai firmatari di Gentile, quelli che, con il tempo, dopo soli alcuni anni, li ritroveremo poi tra le file degli entusiasti, e con tanto servilismo a fare i panegirici al fascismo e al suo capo.
CROCE aveva dato perfino il voto a favore di Mussolini al caso Matteotti; dopo, con le leggi eccezionali di quest'anno, con la subordinazione della cultura ad interessi politici rifiut� di collaborare, anche se non si schier� apertamente come un attivo antifascista. Questo gli permise di non essere oggetto di pesanti persecuzioni, forse per il prestigio che godeva, anche se (lui moralista, vecchio borghese) non intervenne mai con una posizione netta e ben precisa, e salvo qualche battuta, si limit� a sentenziare che il fascismo era una semplice malattia senza conseguenze. In ogni modo problematizzando nella sua Critica il rapporto tra politica e morale (che aveva sempre aggirato e ignorato) inizia proprio da lui, e forse senza rendersene conto, riesce perfino ad ispirare l'antifascismo. (Perfino l'avversario GRAMSCI nei suoi Quaderni gli riconobbe tale importanza).
In APRILE altro colpo di scena sulle riforme dell'esercito. DI GIORGIO Ministro della Guerra e REVEL Ministro della Marina non sono d'accordo sul nuovo ordinamento proposto da Mussolini. Lo hanno appoggiato nel "caso Matteotti" ma ora esternando le loro perplessit�, sono costretti a dimettersi. Entrambi i ministeri passano ad interim a Mussolini, e creando il 30 agosto il nuovo Ministero dell'Aeronautica e assumendone la guida, diventa ora capo di tutte le tre Forze armate (comandante virtuale, perch� � sempre il Re il Comandante Supremo. E' lui che ha la facolt� di dichiarare una guerra, non Mussolini. Quella del '40 porta la firma del Re non di Mussolini (vedi '40)
Altro blitz il 24 DICEMBRE, una "sua" legge attribuisce a Mussolini non pi� la carica di Presidente del consiglio ma quella nuovissima di Capo del Governo, dove ha la facolt� di nominare o revocare i ministri, quindi emanare norme giuridiche senza l'approvazione delle Camere. L'unico che potrebbe opporsi � il Re. Ma il Re sappiamo gi� chi appoggia.
Che ci sia per� anche una certa affidabilit� (od opportunismo) nel governo fascista, si nota da molti segnali che provengono dal mondo finanziario e imprenditoriale, che si schiera apertamente con lui. E' palese l'appoggio per alcuni nuovi atteggiamenti di Mussolini nei riguardi della violenza fisica, che cerca di controllare nell'ala estremistica sempre in agguato, anche se ormai con varie norme, leggi e decreti che lui stesso emana, progressivamente va a demolire molte garanzie costituzionali, ma sono considerate "per la sicurezza dello Stato" (preventivamente firmate dal Re).
In MARZO altra palese fiducia su Mussolini. Si conclude fra 100 industriali e i nuovi sindacati fascisti, una vertenza che era stata promossa dalla FIOM e dalle Camere del lavoro ma che non trovava da mesi una via d'uscita nonostante le agitazioni, che d'ora in avanti per� sono proibite.
La Fiat aveva tentato di fare da sola un accordo con i sindacati di sinistra, ma la reazione di MUSSOLINI fu immediata. Gli accordi d'ora in avanti si fanno solo con i nuovi sindacati fascisti, tutti gli altri sono bolscevichi, considerati ora illegali e costretti a ritirarsi e ad uscire di scena.Gli industriali soddisfatti, il 3 LUGLIO, sollecitano Mussolini a sostituire i ministri delle Finanze e dell'Economia, a loro poco graditi. Dopo cinque giorni, l' 8 LUGLIO sono subito accontentati. Ma Mussolini vuole la contropartita, e il 2 OTTOBRE, la Confindustria firma il patto dove gli unici rappresentanti sindacali d'ora in avanti riconosciuti come interlocutori sono e saranno solo quelli fascisti (qualcuno ironizz� con un vecchio detto veneziano "per tenere tutto si sono calate le braghe")
Il 12 NOVEMBRE gli industriali ne firmano un altro di patto, s'inquadrano, accettano di definirsi fascisti, prendono la tessera del partito e in cambio ricevono una poltrona nel Gran Consiglio del Fascismo, dove si decidono le produzioni, gli interventi, i programmi economici. Si va verso le corporazioni. Dove gli interessi diventano per il momento reciproci, basterebbe leggere i giornali di quel tempo. I giornali !....I giornali! Quando si hanno in mano i mezzi d'informazione il consenso � assicurato e il cerchio si chiude. Il governo sostiene i mezzi d'informazione e questi sostengono il governo. Salvo chiudere quelli che non si sono allineati.Quelli che non si sono allineati, sono chiusi, si cambiano i direttori, si costringe a cedere le propriet�, che vanno ai "grandi borghesi" (opportunisticamente) allineati. Inizia La Stampa di Torino, il 29 SETTEMBRE, fuori il direttore e fuori il proprietario FRASSATI, le sue quote vanno alla Fiat di AGNELLI, che non vuole certo perdere le future commesse militari, n� le sovvenzioni.
28 NOVEMBRE: Corriere della Sera, fuori il direttore proprietario ALBERTINI, le sue quote vanno ai CRESPI. Il 26 DICEMBRE tocca al Mattino di Napoli, via SCARFOGLIO mentre la propriet� la prende in mano un gruppo finanziario diventato -nell'occasione- subito "fascista".
Il 31 DICEMBRE, dopo la mezzanotte, per completare l'opera, entra in vigore la rigorosa Legge sulla Stampa. Dove la voce principale oltre ai libri, sono i giornali. Questi possono essere diretti, scritti, stampati solo se hanno un responsabile che � riconosciuto tramite il prefetto, quindi dal governo. Tutti gli altri sono quindi considerati illegali e dalle ore 00.00 del 1926 i soggetti fuorilegge commettono non un reato amministrativo, ma penale con l'arresto immediato. L'effetto si fa subito sentire, dal primo gennaio 1926, non escono sul territorio nazionale 58 giornali, 149 periodici, e migliaia e migliaia di opuscoli, manifesti, libri e altro. In qualsiasi tipografia un esemplare di quanto stampato, di ogni genere, prima di essere distribuito, deve essere depositato in tribunale e occorre l'autorizzazione.
Tutto questo permette di iniziare vari progetti che Mussolini sta varando a beneficio dell'agricoltura, nelle opere pubbliche e, concedendo incentivi anche alla grande industria privata ma sempre sotto il suo controllo.
E' lui a decidere chi ne pu� beneficiare e chi no. I primi -con foto e biografia, finiranno nel famoso volume del 1928 "La mia nazione operante" - "i miei 2000 fervidi assertori" del fascismo (maturi nobili, principi, conti e marchesi, i più noti industriali e banchieri italiani, apprezzati notabili, professionisti e famosi intellettuali, giornalisti, artisti, scrittori. ecc.) che riportiamo interamente in queste pagine di "Cronologia".)
Sempre nel 1928, dirà Mussolini: "Il giornalismo italiano è libero perchè serve soltanto una causa e un Regime; è libero perché, nell'ambito delle leggi del Regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione"
(da "Il giornalismo come missione", 10 ottobre 1928 - S. e D., vol. VI, p. 250)