I GRANDI
DISASTRI IN ITALIA
Sezione
a cura di Michele Squillaci e Francomputer
( e altri gratuiti contributi di scrittori e giornalisti
)
ANNO 1905
Disastri Naturali
* Alluvioni nel Nord Italia (Vicenza - Lombardia)
* Terremoto a Reggio Calabria ed in Sicilia
1-Premessa
Nel 1905 le cronache italiane furono contrassegnate dagli atti posti in essere dal Governo sia in campo di politica interna che coloniale. Ampi resoconti riguardarono il progetto di statalizzazione delle concessioni ferroviarie che, prevedendo peraltro norme severe contro promotori ed organizzatori di scioperi e sanzioni amministrative nei confronti degli aderenti, fu duramente osteggiato dalle organizzazioni sindacali.
Altri resoconti riguardarono i provvedimenti e gli accordi assunti con la Gran Bretagna, che agì in nome e per conto del Sultano di Zanzibar, per riscattare i porti del Benadir ed ottenere dall’Inghilterra stessa concessioni territoriali nella baia di Chisimaio.
Ragguagli furono dati anche sulla nomina a Regio Commissario del Benadir del console Generale di Zanzibar, Luigi Mercatelli e sull’assunzione diretta da parte dello Stato dei territori affidati alla Società Italiana del Benadir impossibilitata ad adempiere i suoi obblighi.
Le corrispondenze di guerra riservarono inoltre una certa attenzione all’Estremo Oriente ed alle navi italiane presenti nell’area a causa del conflitto russo-giapponese. Non mancarono notizie riferite agli scontri che si verificarono con la forza pubblica nel corso di scioperi e dimostrazioni di protesta come non mancarono informazioni sui disastri naturali, inondazioni e terremoti, che colpirono molte regioni della penisola creando gravi danni in tutti i luoghi sinistrati. Il Re come d’uso si recò suoi luoghi danneggiati, con al seguito alcuni giornalisti, promettendo il proprio interessamento.
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2 – Alluvioni in Lombardia e nel Veneto – Vicenza allagata
Intense precipitazioni si verificarono all’inizio dell’anno 1905, colpendo al Sud la Puglia dove la città di Bari risultò allagata e poi al Nord, il Veneto, nella zona di Castelfranco.
In primavera, fu nuovamente colpito il Nord Italia, forti perturbazioni provocarono la piena dei fiumi che usciti dagli alvei allagarono vaste zone in Lombardia ed ancora, nel Veneto. Nel maggio infatti il Piave, il Brenta l’Adige, il Po ed altri corsi d’acqua superati gli argini provocarono in entrambe le regioni una grande alluvione. Paesi, strade, campagne ed alcune città furono invase dalle acque. Molti abitanti furono costretti ad abbandonare case e masserie per cercare rifugio in zone più sicure.
In tutte le zone colpite, secondo gli usi dell’epoca, furono inviati reparti dell’esercito che si unirono alle strutture civili per sviluppare opera di soccorso alle popolazioni. Reparti di fanteria e del genio si occuparono dei danni provocati in provincia di Rovigo e nelle zone di Dolo, di Treviso, di Marano e S. Michele di Piave. Gli interventi di protezione civile riguardarono inoltre la zona di Piacenza e di Padova per estendersi poi anche a quella di VICENZA a sua volta danneggiata dal dirompere delle acque dei fiumi Bacchiglione e Retrone.
In quest’ultima città affluirono i LANCIERI DI MONTEBELLO che condussero la loro azione sia nel territorio urbano sia nei dintorni allagati. Cessate le piogge, defluite le acque e ritornati i fiumi nel loro corso normale, fu dato avvio alle opere di risanamento dei luoghi maggiormente danneggiati.
La medaglia dei Lancieri di Montebello che operarono in assistenza agli alluvionati
a Vicenza
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3 - Terremoto in provincia di Reggio Calabria ed in alcune zone della Sicilia
La furia della natura parve non conoscere sosta nel corso dell'anno
L’8 settembre 1905 verso le 2 del mattino, forti scosse di terremoto sconvolsero vari centri abitati della Calabria, provocando danni e vittime. Nella giornata dell’8 la scossa si propagò da Rediceva a Cosenza ripetendosi il giorno dopo con altrettanta violenza. A Monteleone Calabro e dintorni i morti superarono i 600 ed i feriti furono quasi 3.000. Immediatamente furono organizzate le strutture di soccorso e le autorità civili e militari provvidero a mobilitare il personale disponibile nelle zone interessate.
Costituito un Comando di Zona Militare a Cosenza furono posti in funzione alcuni nuclei di coordinamento per intervenire nei comuni di Cosenza, Paola, e Castrovillari. L’intera brigata di fanteria Alpi, in fase di trasferimento ad altra sede, fu trattenuta in loco e posta in stato di allarme. Reparti di varia consistenza furono inviati a Monteleone Calabro e nelle località di Zammarò, Tripatni, Mileto, Pizzo, Parghelia, Tropea, Marano Marchesato, S. Stefano di Rogliano, Mendicino, Bagnara ed altre frazioni minori.
Altri contingenti affluirono a Villa S. Giovanni, a Gioia Tauro e nelle zone circostanti. Giunta nella regione anche la brigata Cremona, l’unità, destinata a sostituire nel presidio locale i reggimenti della Alpi, raggiunse le truppe già presenti sui luoghi sinistrati. Si spinse poi in altre zone della costiera tirrenica e dell’Appennino Calabro portando soccorso ad alcuni centri abitati e tra gli altri a quelli di Martirano, Aiello Calabro, S.Mango d’Aquino, Serrata, Laureana di Borello, Stilo, Scilla e Briatico.
Ben quattro reggimenti furono quindi impiegati contemporaneamente nelle operazioni iniziali di protezione civile. Tutti operarono al meglio delle loro possibilità con alto spirito di sacrificio. Dopo lunghe marce di trasferimento ed in situazioni oggettivamente difficili, agirono operativamente curando i feriti, sgombrando le macerie, recuperando le vittime per poi tumularle nei cimiteri, demolendo case pericolanti, costruendo baracche ed organizzando i trasporti per viveri e rifornimenti.
Nel corso del mese di settembre, partiti i reparti della Alpi per raggiungere le loro nuove destinazioni, affluirono sui luoghi sinistrati nuove unità inviate nel settore dalla zone di Bari, di Potenza di Catania e di Siracusa. Ai reggimenti della Cremona ancora presenti, si aggiunsero quindi contingenti delle brigate, Friuli, Venezia, Brescia, Casale e Cuneo estendendo gli interventi all’area di Catanzaro. A questi raggruppamenti si unirono alcune squadre della brigata ferrovieri del Genio, giunte da Roma, e reparti zappatori facenti capo a battaglioni del 1°, 2° , 3°, 4°, 5°, 6° e 7° reggimento alpini.
Nel mese di ottobre furono fatti affluire anche reparti del 17° e del 41° fanteria.
- Nelle stesse giornate di settembre, oltre alla Calabria, scosse di terremoto colpirono anche la Sicilia. Da Siracusa il 20° fanteria della brigata Brescia inviò alcuni contingenti a Scicli in provincia di Ragusa, a Palazzolo nei pressi di Siracusa, ed nel settore di Castrogiovanni - attualmente Enna - anche esse colpite e parzialmente danneggiate dal sisma.
Nei giorni successivi il Presidente del Consiglio Fortis visitò entrambe le regioni devastate dal terremoto e si impegnò a presentare un piano organico di provvedimenti speciali per le zone sinistrate. La solidarietà nazionale raggiunse i terremotati molto più rapidamente ed efficacemente dei prospettati provvedimenti governativi che rimasero sulla carta fino agli avvenimenti successivi dell’immensa catastrofe del 1908.
Le truppe, salvo quelle destinate ai presidi locali, furono richiamate e lasciarono la zona di operazioni. Molti le seguirono… interi nuclei familiari abbandonarono, ove esistenti, le loro piccole proprietà emigrando verso paesi lontani.
Operarono una scelta difficile e dolorosa ma alla miseria, ed alle avversità della natura i più, peraltro appartenenti a classi disagiate, risposero trasferendosi all’estero. Nell’abbandonare l’Italia, non avendo nulla, portarono con sé il rimpianto e la segreta speranza di trovare, se non la ricchezza, condizioni di vita migliori.
Alle molteplici esigenze di supporto tecnico e finanziario per procedere alle operazioni di ricostruzione delle zone danneggiate ed alle difficoltà conseguenti se ne aggiunsero altre ben più consistenti negli anni successivi.
Michele Squillaci
Bibliografia:
A. Gori - Il Popolo Italiano nella storia della Libertà e della grandezza della patria dal 1800 ai giorni d’oggi. Vallardi Editore 1928
Somalia – Ministero della Guerra, Comando del Corpo di S.M., Ufficio storico – Roma. 1938
La Marina Militare nel suo primo secolo di vita – 1861- 1961- Ufficio Storico della Marina – Roma 1961.
Italia del XX secolo Rizzoli , Milano 1977
Domenica del Corriere, anno 1905
Cronache, manifesti, e documenti vari.
Foto delle medaglie: da originali d’epoca – Collezione privata
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