SECONDA PARTE
TRIESTE E L'ITALIA
FRA CRONACA E STORIA
Anno 1948
La Democrazia Cristiana vince le prime elezioni politiche.
Marzo 1948
Il 20, dichiarazione "tripartita" anglo-franco-americana favorevole al ritorno dell'intero T.L.T. alla sovranità italiana, inviata all'URSS per un "protocollo aggiuntivo" al Trattato di Pace con l'Italia.
Si conclude l'esodo degli abitanti di Pola. 28.000 Polesi (su 32.000) hanno preferito partire. Ampi resoconti dei giornali sull'importanza della "Dichiarazione Tripartita".
Aprile 1948
Il 13 l'URSS respinge la Dichiarazione Tripartita del 20 marzo.
La Democrazia Cristiana stravince il 18 le elezioni in Italia. Alla DC di De Gasperi va il 48,5% e 305 seggi su 574 al Parlamento. I socialcomunisti uniti prendono il 31%, con un vistoso calo rispetto al 49% del 1946. De Gasperi ne approfitta e butta fuori i socialcomunisti dal Governo tra i compiacimenti degli Americani. L'Italia diventa così la frontiera dell'Ovest atlantico contro il blocco sovietico. Il leader socialista Nenni commenta: "Dopo l'Italia in camicia nera ne abbiamo ora una in sottana nera".
Maggio 1948
Gli slavocomunisti giuliani tentano di fare un corteo il 1� maggio, ma il GMA lo proibisce. Il giornalino satirico "La Cittadella" commenta beffardo in pseudosloveno: "Che disgrassia, che disgrassia - No jè più manifestacija!". L'11 Luigi Einaudi è eletto Presidente della Repubblica.
Giugno 1948
Rottura il 28 tra Mosca e Belgrado. L'URSS caccia la Jugoslavia "revisionista e deviazionista" fuori dal Cominform. Inizia il corteggiamento anglo-americano del dittatore jugoslavo Tito per portarlo nella sfera occidentale. Questa nuova situazione politica compromette le aspirazioni italiane sul Territorio Libero e sull'Istria ed allontana il ritorno di Trieste all'Italia.
Luglio 1948
Il 15 De Gasperi pone l'Italia quasi in stato d'assedio dopo l'attentato del 14 a Palmiro Togliatti, leader del PCI. Rivolte comuniste si accendono in tutta Italia. Il comunista Giancarlo Pajetta occupa a Milano la Prefettura. Ma poi la tensione si sgonfia per ordine dello stesso Togliatti.
Settembre 1948
Anche i triestini si appassionano alla lettura sui giornali del pruriginoso delitto compiuto dalla bella contessa Pia Bellentani, che ha ucciso in una festa a Villa d'Este, vicino a Como, l'amante Carlo Sacchi, industriale brianzolo e play boy.
Ottobre - Novembre 1948
Vengono estesi l'1 anche alla zona A del Territorio Libero di Trieste i benefici del piano americano ERP (European Recovery Program). D'ora in avanti migliorerà sensibilmente l'alimentazione della popolazione triestina. Riapre l'1 novembre la storica (ma non più Regia) Società Ginnastica Triestina.
Anno 1949
Gli Alleati promettono il ritorno di Trieste all'Italia - Elezioni a Trieste - Vince la Democrazia Cristiana.
Febbraio 1949
I Triestini fanno ordinatamente la coda al cinema per vedere "Ladri di biciclette" di De Sica.
Aprile 1949
Inizia l'1 l'amministrazione fiduciaria italiana della sua ex colonia, la Somalia. Libia, Etiopia, Eritrea e Dodecanneso sono invece definitivamente perduti.
Il 4, firma a Washington del Patto Atlantico.
Maggio 1949
I giornali pubblicano la notizia della tragedia di Torino, dove l'aereo, proveniente da Lisbona nel quale si trova l'intera squadra di calcio del Torino, si è schiantato il 4 sul colle della Basilica di Superga. L'Italia è stordita.
Giugno 1949
Il Capo del Governo italiano De Gasperi, in un discorso il 10 in piazza Unità alla vigilia delle prime elezioni amministrative triestine del dopoguerra, esprime fiducia nella restituzione di tutto il T.L.T. all'Italia davanti a centomila triestini, ma si prende una buona dose di fischi per la sua presunta debolezza verso gli Alleati.
Si svolgono il 12 le prime elezioni amministrative a Trieste e nella zona A. Nel comune di Trieste prevalgono i partiti filo italiani di centro destra con 36 consiglieri su 60. Negli altri cinque comuni della zona A, prevalgono a Muggia i socialcomunisti (19 consiglieri su 30), e gli slavocomunisti a Duino-Aurisina (15 consiglieri su 19), a San Dorligo (20 su 20), a Sgònico e a Monrupino (15 su 15).
Luglio 1949
Il 10 il dittatore jugoslavo Tito replica a De Gasperi parlando a Pola, e contesta la "unilaterale" Dichiarazione Tripartita del 1948.
Ottobre 1949
Il 18 viene a Trieste Louis Armstrong, che tiene un concerto jazz nell'hangar del porto per le truppe americane, ed un altro al Politeama Rossetti per la popolazione triestina. Ma i Triestini disertano il concerto, sia per il costo troppo elevato del biglietto (3.500 lire), sia per lo scarso interesse per la nuova forma musicale americana. Hanno invece grande successo i concerti di musica sinfonica al Teatro Verdi, la cui orchestra è diretta da Herbert von Karajan, che vive a Trieste dal 1944.
Anno 1950
Gli Alleati restano a Trieste.
Gennaio 1950
Il giornale costa ora 50 lire, una rivista 100, il pane 160 lire al chilo, un uovo 24 lire, il cinema 80 lire, un litro di vino 140 lire, il gettone telefonico 20 lire, un caffé al bar 25 lire, un pranzo in trattoria 370 lire. Rispetto al 1946, gli stipendi sono è saliti del 404%, il costo della vita mediamente del 1.150%. In paragone al 1939, gli stipendi sono cresciuti del 52.731%, il costo medio della vita del 16.666%.
Febbraio - Il 14 e il 15 sciopero generale a Trieste. La protesta operaia per il declino del porto viene strumentalizzata in senso antitaliano dai comunisti.
Aprile 1950
Il 25 diviene anche a Trieste giorno festivo. I Triestini ne approfittano per mettersi in coda per vedere al cinema: "Roma città aperta" di Rossellini.
Giugno - Luglio 1950
Il 25 giugno inizia la guerra tra Americani e Cinesi comunisti in Corea. Dall'8 all'11 luglio ampi servizi dei giornali sull'uccisione avvenuta in Sicilia del bandito Salvatore Giuliano, compiuta dal cugino e luogotenente Gaspare Pisciotta d'accordo con i carabinieri.
Anno 1951
Trieste resta in mano alleata - Alluvioni in Polesine
Marzo 1951
Tutta l'Italia canta "Grazie dei fior", la canzone di Nilla Pizzi che ha vinto il primo festival di Sanremo del dopoguerra. Il 15 si insedia nel Castello di Duino il nuovo Governatore alleato, il generale inglese Sir Thomas Winterton, che sostituisce il Generale Airey. Winterton, a differenza di Airey, si manifesterà filoslavo.
Novembre 1951
Disastrosa alluvione il 16 a Rovigo e nel Polesine. I morti sono 200, i profughi 160.000, i danni assommano a 250 miliardi di lire. I Triestini donano capi di vestiario per i poveri alluvionati.
Anno 1952
Nuove elezioni a Trieste.
Febbraio 1952
Trieste si commuove e canta la canzone a lei dedicata da Nilla Pizzi "Vola Colomba", che ha vinto il Festival di Sanremo.
Marzo 1952
Il 20 nuova manifestazione d'italianità a Trieste nel quarto anniversario della Dichiarazione Tripartita anglo-franco-americana. Sciopero nelle scuole. Si verificano incidenti tra i dimostranti e le forze alleate d'occupazione.
Maggio 1952
è stipulato il 9 un accordo tra Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti per la nomina di un "consigliere politico" italiano presso il GMA e per l'inserimento di funzionari italiani nella zona A di Trieste. Il consigliere politico sarà il diplomatico triestino Diego De Castro.
Il 16 è incoronata a Londra con grande sfarzo la nuova Regina di Gran Bretagna, la graziosa Elisabetta II�. Gli Inglesi cercano di coinvolgere nell'evento la popolazione triestina. Numerosi ritratti della Regina vengono diffusi nei negozi e i cinegiornali mostrano la pomposa incoronazione, ma i Triestini ostentano indifferenza e fastidio, increduli di poter essere considerati come una colonia britannica.
Nuove elezioni amministrative il 25. I risultati danno la maggioranza assoluta al quadripartito al potere anche in Italia, con 40 seggi su 60. Crollano i comunisti, perdendo 9 seggi, e tengono i partitini filoslavi. La destra avanza in voti, ma non in seggi. A Muggia, gli slavocomunisti ottengono 21 seggi su 30; a San Dorligo 16 seggi su 20, a Duino-Aurisina 16 seggi su 20, a Sgònico e a Monrupino gli sloveni conquistano 12 seggi su 15.
Luglio - Agosto 1952
Si apre il 19 a Helsinki la 12ma Olimpiade. Trieste esulta per la medaglia d'oro alla concittadina ventiseienne Irene Camber nella gara di fioretto.
Novembre 1952
Esce nelle edicole il settimanale "Candido" diretto da Giovanni Guareschi, il creatore di Don Camillo e di Peppone.
Anno 1953
Muore Stalin - Tito in Inghilterra - Rivolte a Trieste contro gli Inglesi.
Marzo 1953
Il 5 muore a Mosca Giuseppe Stalin. L'8 un corteo, promosso dall'MSI, si forma in mattinata per le strade di Trieste per manifestare la volontà di riunione all'Italia nell'anniversario della Dichiarazione Tripartita del 1948. Una bomba viene lanciata davanti alla sede del Fronte Indipendentista filoslavo, ferendo 24 persone. Il corteo dell'8 marzo fa seguito ad altre manifestazioni cui hanno partecipato anche gli studenti, che per fare rabbia ai comunisti, nelle manifestazioni cantano ridendo: "Lassè pur che i canti e i subi - E i ne fazzi pur dispeti - Ne la patria de Rosseti - No se parla che italian!", oppure:"Rosso xe el cul del simioto - Rosso xe el quarto de vin - Rosso xe quel culo roto - De nome Bepi Stalìn!".
Josip Broz detto Tito va in visita di stato il 15 in Inghilterra, accolto con tutti gli onori. I triestini si divertono a leggere nella "Cittadella", supplemento satirico del "Giornale di Trieste", le avventure di Mirko Dreck (Mirco Merda), personaggio immaginario titino del Carso, che si esprime in quartine dialettali sloveno-triestine: "Mi jè Mirko di Sesana - Che vi scrivo di Londone - Dove 'ndado jè in missione - come Treiber di sior Broz...". (Treiber in tedesco è l'attendente).
Il 25 la Corte Militare Alleata di Trieste condanna ad alcuni mesi di reclusione tredici promotori del corteo dell'8 marzo. Gli accusati, alla pronuncia della sentenza, gridano "Viva l'Italia!". Il 26 e il 27 sciopero e corteo di protesta degli studenti.
Aprile 1953
Il 12 e 13 con grande risalto sui giornali scoppia in Italia il "caso Montesi". L'11 una bella ragazza di 20 anni, Wilma Montesi, viene trovata morta sulla spiaggia di Torvajanica, vicino a Roma. La vicenda, che coinvolgerà come sospettato il musicista Piero Piccioni, figlio del ministro degli Esteri democristiano e noto play boy (con grande gioia dei comunisti), avvincerà l'Italia per anni, chiudendosi solo nel 1957 con l'assoluzione di tutti i sospettati senza che si sappia mai come è morta la povera Wilma Montesi. I triestini vanno al nuovo cinema "Fenice" dove con occhialini di cartone uno rosso e l'altro verde si vedono film in rilievo in stereoscopia!
Agosto 1953
Giuseppe Pella è il nuovo Capo del Governo in Italia. Democristiano di destra, inaugura una politica più decisa contro la Jugoslavia sul problema di Trieste.
Ottobre 1953
L'8 viene resa nota una dichiarazione bipartita anglo-americana, che prospetta il ritiro delle forze alleate da Trieste e l'assegnazione della zona A all'amministrazione italiana.
Il 10 Tito, straparlando a Skoplje, minaccia l'ingresso in zona A di truppe jugoslave se gli anglo americani lasciano Trieste.
Novembre 1953
Il 3 la bandiera italiana, nel 35� anniversario dell'ingresso degli Italiani a Trieste dal 1918 e festa di San Giusto, viene issata sul Municipio di Trieste a seguito della Dichiarazione Bipartita dell'8 ottobre, ma subito dopo viene rimossa dagli Americani. Si formano cortei di protesta nella città, e nel pomeriggio uno studente issa una bandiera italiana sul monumento a Domenico Rossetti davanti al Giardino Pubblico. La folla viene dispersa, e la polizia civile della zona A, reclutata dagli Inglesi tra gli elementi sloveni o filoslavi, rimuove la bandiera.
Il 4 il Generale inglese filoslavo Sir Thomas Winterton, Governatore di Trieste, impone al Sindaco Gianni Bartoli di rimuovere il tricolore issato in vetta al Municipio di Trieste. Bartoli coraggiosamente rifiuta, e il vessillo è rimosso dagli Inglesi. Alla stazione ferroviaria di Trieste si forma un corteo di mille persone, molte delle quali di ritorno dal Sacrario di Redipuglia, dove si è svolta l'annuale cerimonia commemorativa. La folla si ingrossa e un grande corteo arriva in Piazza Unità e cerca di issare nuovamente il tricolore sul Municipio. Cortei e incidenti si svolgono in varie zone della città (Via Carducci, Piazza Goldoni, Piazza San Giovanni e Viale XX Settembre). La polizia disperde i dimostranti. Hanno luogo battaglie contro la polizia a colpi di pietre.
Il 5 riaprono le scuole. Gli studenti entrano subito in sciopero e formano un corteo che arriva fino in Piazza Sant'Antonio. Arriva anche la polizia, che è accolta a lanci di pietre. I poliziotti reagiscono con idranti e manganelli, e picchiano gli studenti rifugiatisi dentro la chiesa di Sant'Antonio. Incidenti scoppiano in tutta la città. Nel pomeriggio, il Vescovo di Trieste Antonio Santin si reca in processione a riconsacrare il tempio di Sant'Antonio, massima chiesa della città. La polizia, giunta sul posto è accolta a pietrate. La polizia, al comando di ufficiali inglesi, apre il fuoco ad altezza d'uomo e uccide due persone, una delle quali è il quattordicenne Pierino Addobbati. In città si verificano tumulti e assalti alle sedi anglo-americane, incendi e devastazioni di automezzi della polizia.
Il 6 riprendono i tumulti e gli incendi delle auto della polizia civile. Alcuni poliziotti vengono malmenati e disarmati. La polizia apre il fuoco per difendere gli edifici del GMA. In tarda mattinata un'enorme folla converge in Piazza Unità, e dà l'assalto alla Prefettura. La bandiera italiana è issata sul Municipio e sul palazzo del Lloyd Triestino. I Triestini lanciano bombe a mano sulla Prefettura. Intervengono truppe inglesi in assetto di guerra. Gli Americani si chiudono invece nelle caserme. La polizia apre il fuoco ad altezza d'uomo. Quattro Triestini sono uccisi. Nel tardo pomeriggio la tensione si allenta. Titoli di scatola sui giornali di tutto il mondo sulla situazione di Trieste.
Dura nota di protesta del Governo italiano ai Governi inglese ed americano, cortei e manifestazioni in tutta Italia. Gli Americani prendono le distanze dagli Inglesi, affermando che la polizia civile triestina ha agito sotto ordini britannici. La stampa americana definisce il Generale Winterton un "tipico ufficiale coloniale britannico". Il ministro degli esteri inglese Sir Anthony Eden (odiatore dell'Italia) difende il Generale Winterton. Nei giorni seguenti si hanno forti tensioni tra Italia e Jugoslavia. Sono richiamate in Italia alcune classi.
Il Capo del Governo italiano, Pella, schiera truppe italiane sull'Isonzo. La Jugoslavia fa altrettanto. Si teme lo scoppio di una guerra italo-slava, ma dopo febbrili consultazioni tra Londra, Washington, Roma e Belgrado la situazione si raffredda. Il Maresciallo Tito parla nella Piazza della Repubblica di Belgrado, dichiara di non volere una guerra per Trieste, e propone che solo la città di Trieste, e non il resto della zona A, venga internazionalizzata nel contesto di una soluzione concordata che assicuri alla Jugoslavia l'intero TLT. L'Italia sdegnosamente rifiuta.
Anno 1954
Trieste torna italiana - Alluvione a Salerno.
Gennaio 1954
Il pane costa 145 lire al chilo, 1 litro di latte 81 lire, un pacchetto di sigarette 150 lire, un sigaro toscano 35 lire, il biglietto del cinema 175/250 lire, un fiasco di vino 330 lire, un litro d'olio 500 lire. Il 3 dagli studi di Milano cominciano le trasmissioni regolari della televisione. La prima annunciatrice televisiva è la bionda Fulvia Colombo. Dopo di lei, si vedono Marisa Borroni e Nicoletta Orsomando.
Il 5 i democristiani catto-comunisti fanno cadere il governo Pella. Il 19 viene formato un governo con a capo Amintore Fanfani, gradito ai catto-comunisti della DC, ma è battuto e un nuovo governo verrà formato il 10 febbraio da Mario Scelba, un democristiano siciliano duro e di destra. Scelba riprende le iniziative per la questione di Trieste.
Febbraio 1954
Iniziano negoziati segreti tra USA, Gran Bretagna e Jugoslavia, estesi poi anche all'Italia. La radio diffonde la zuccherosa canzone "Tutte le mamme", cantata da Gino Latilla, che ha vinto il festival di Sanremo. Ma la rivelazione dell'anno è un giovane cantante pugliese, Domenico Modugno, che ha scritto e interpretato la splendida canzone "Vecchio frac".
Ottobre 1954
I giornali annunciano che è stato raggiunto a Londra l'accordo per il ritorno di Trieste all'Italia! Secondo il cosiddetto "Memorandum d'Intesa", Trieste e la zona A passeranno sotto amministrazione italiana, mentre la zona B rimarrà sotto amministrazione jugoslava. Gli Anglo Americani dichiarano che lasceranno Trieste tra qualche settimana.
Il 20, martedì, truppe italiane si dirigono a Trieste su quattro autocolonne, al comando del Generale De Renzi. Piove a dirotto e soffia la bora. Ritornano, dopo 11 anni (ne erano uscite nel settembre del 1943). I bersaglieri a Barcola vengono fermati da un'immensa moltitudine festante e commossa. Quattro navi da guerra italiane entrano nella rada di Trieste. Molto lentamente, attraversando la folla entusiasta, il Generale De Renzi arriva finalmente in Piazza Unità con i suoi bersaglieri. La pioggia è torrenziale. Ma tutta Trieste e tanti altri italiani venuti da ogni parte d'Italia è fuori, a gridare tutta la sua gioia. De Renzi attraversa la Piazza e riesce con fatica a salire sulla balconata della Prefettura. Il Sindaco di Trieste Gianni Bartoli lo accoglie e mostra alla folla festante, a gesti, la propria fascia tricolore. è la prima volta che la può indossare. Ventiquattro aviogetti dell'Aerobrigata di Treviso passano sfrecciando. La folla intona, tutta insieme, l'Inno del Piave, mentre Bartoli abbraccia il generale italiano. De Renzi riesce a parlare. Il suo breve discorso così si conclude: "Ed ora uniamoci in un grido immenso che valichi lo spazio, al di là dei monti e al di là del mare: TRIESTE ITALIA!" E il grido della folla si leva possente: Trieste Italia! Egisto Corradi, reduce di Russia, scrive sul Corriere della Sera: "Il grande urlo si sentì mentre pioveva furiosamente e la bora tirava raffiche violente: volavano manifesti, tricolori, ombrelli. I rumori erano di grida e di bora. Trieste ronzava come una chitarra esposta al vento".
Il Generale Winterton non saluta De Renzi. Con la scusa che il programma è stato travolto e della pioggia, si imbarca di fretta sulla nave britannica alla fonda sul Molo Bersaglieri. Ma c'è chi dice che per l'assassino dei giovani triestini di un anno prima temesse una giustizia sommaria. Il comportamento inglese non è condiviso dagli Americani. Gli Americani non temono la pioggia, dice il Capo di Stato Maggiore del TRUST (Trieste United States Troops). La sera smette di piovere, e 150.000 persone in Piazza Unità intonano canti patriottici. Si dice che il "Va Pensiero" di Verdi fosse udito a quindici chilometri di distanza. Il buffo personaggio Mirko Dreck commenta su "La Cittadella": "Jè qvestion di punto vista - Ga spiegado, ma in complesso - Li jè stado un compermesso - Tipo chi ga vù, ga vù".
Tremenda sciagura nel Salernitano: oltre 200 morti vittime di un nubifragio violentissimo e di una catastrofica alluvione. Ingenti rovine sconvolgono i paesini dell'entroterra di Salerno e le zone collinari della città. La gioia per Trieste lascia posto allo sbigottimento per la tragedia di Salerno.
Novembre 1954
Grande festa il 4 a Trieste. Il Presidente della Repubblica Einaudi e il capo del Governo Scelba a Trieste accolti da un'immensa folla in Piazza Unità.
Anno 1972
Attentati e bombe inaugurano in Italia gli "anni di piombo".
Agosto 1972
A Trieste, i fedayin di "Settembre Nero" fanno saltare il 4 in aria quattro serbatoi dell'oleodotto Trieste-Vienna.
Anno 1975
Col trattato di Osimo l'Italia rinuncia senza contropartite alla zona B dell'Istria
Giugno 1975
Si vota il 15 per le elezioni amministrative. Possente avanzata comunista, che conquista tutte le grandi città d'Italia e arriva al 33,5% dei voti, sfiorando il sorpasso nei confronti della Democrazia Cristiana, che arretra al 35,2%. I democristiani sono terrorizzati. Anche Il MSI di Almirante recupera sulle politiche del 1972 e avanza dello 0,5%, tra lo sgomento dei democristiani.
Novembre 1975
Muore il 2, sembra ucciso da un giovane omosessuale, il poeta e scrittore comunista friulano Pier Paolo Pasolini.
L'11 i giornali informano che Italia e Jugoslavia hanno firmato il 10 un accordo ad Osimo, vicino ad Ancona, con il quale l'Italia rinuncia ad ogni rivendicazione sulla zona B del l'ex Territorio Libero di Trieste. Capodistria, Isola, Pirano, Parenzo e Buje vengono così spartite definitivamente tra Slovenia e Croazia. Violente reazioni dell'MSI in Italia, e manifestazioni a Trieste contrarie al trattato. Ma il mellifluo Ministro degli Esteri italiano, il vicentino Mariano Rumor, d'accordo col nuovo Presidente del Consiglio in carica, il catto-comunista Aldo Moro, è convinto di aver fatto un buon affare, specie per ingraziarsi i comunisti nostrani. Ma Trieste e l'Italia non avranno nulla in cambio dalla Jugoslavia. Tra le clausole del trattato di Osimo, è prevista una specie di zona franca mista italo-jugoslava sul Carso sui due lati della frontiera verso Sesana, che nella contorta fantasia degli estensori dovrebbe rilanciare l'economia triestina per mezzo dell'affluenza di imprese che potrebbero lavorare nella zona ed esportare senza dazio. Si immagina uno sviluppo occupazionale di decine di migliaia di lavoratori (addirittura 200.000). Ma per fortuna il perverso disegno, che Trieste respinge perché attirerebbe soprattutto manodopera slava, notoriamente a basso costo del lavoro senza alcun vantaggio per i lavoratori triestini, con conseguente ulteriore massiccia slavizzazione della piccola provincia di Trieste, non verrà attuato. I fautori della trovata vengono sprezzantemente definiti a Trieste "Osimanti", e dopo qualche tempo la faccenda abortisce.
Anno 1976
L'Italia ratifica il trattato di Osimo.
Febbraio 1976
Inizia a Trieste il 16 il processo per gli eccidi nel lager impiantato dai nazisti nella Risiera di San Sabba dal 1944 all'aprile 1945.
Aprile 1976
Si conclude il 29 a Trieste il processo per gli eccidi nella Risiera di San Sabba durante l'occupazione nazista. Viene condannato all'ergastolo l'ex comandante del lager Joseph Oberhauser, che vive facendo il birraio a Monaco. Ma la Germania federale nega l'estradizione. In compenso, cade il 30 il governo del catto-comunista Aldo Moro. Si decidono elezioni politiche anticipate.
Maggio 1976
Il 6 è avvertita anche a Trieste una potente scossa di terremoto. Il 7 si apprende che l'epicentro del terremoto è a vicino a Gemona del Friuli e che ha rasentato il 10� della scala Mercalli. Arrivano le prime notizie: centinaia di morti, distrutti interi paesi, danni gravissimi. L'8 proseguono notizie terrificanti sui danni in Friuli.
Giugno 1976
Il 20 si vota per le elezioni anticipate. L'Italia moderata, turandosi il naso, come dice di fare Montanelli, vota per la Democrazia Cristiana per evitare il sorpasso da parte dei comunisti. Il 21 escono gli esiti: vincono i democristiani con il 38,9%, ma il Partito Socialista diventa determinante per governare. I comunisti rasentano i voti dati alla DC, ma arrivano poco oltre le elezioni amministrative, e cioè al 33,8%. Non avanza l'MSI, il cui elettorato ha votato DC temendo il sorpasso.
Luglio 1976
Il 30 l'Italia va in vacanza e poco di accorge dello strano nuovo governo Andreotti di "semi-compromesso storico" con l'astensione di tutti i partiti del cosiddetto "arco costituzionale" e l'opposizione schifata del solo MSI.
Settembre 1976
Nel pomeriggio dell'11 nuova scossa di terremoto nel Triveneto! Il 15 altra scossa di terremoto alle 5.31. Alle 11.22 nuova potentissima scossa. Alla sera si apprende dalla televisione che questa volta l'intero Friuli è in ginocchio. La popolazione fugge in massa negli alberghi della costa, a Lignano, Grado, Bibione. Nella notte del 16, altra scossa alle 3,33.
Dicembre 1976
Viene rilanciata il 16 a Brescia la "strategia della tensione". Un ordigno esplode uccidendo un uomo e ferendo otto persone. I social-catto-comunisti non hanno dubbi: la tentata strage è "di chiara marca fascista". Il governo ovviamente ci crede e così la magistratura.
Il 17 la Camera approfitta dello stato di tensione per ratificare lo spregevole trattato di Osimo. Diviene così definitiva la cessione senza contropartite della zona B dell'ex Territorio Libero di Trieste. Vota contro solo l'MSI.
Anno 1991
Si sfascia la Jugoslavia - Si sfascia anche l'URSS e finisce il comunismo.
Giugno 1991
Il 26 il parlamento della Slovenia ha sancito l'indipendenza dalla Jugoslavia dopo che un referendum ha detto sì al distacco con l'88% dei voti. I telegiornali annunciano che le forze armate federali jugoslave hanno attaccato la Slovenia. A Trieste si sente sparare alla frontiera verso Lubiana. Tutte le frontiere con l'Italia sono bloccate a seguito delle azioni belliche all'interno della Slovenia. Trieste trattiene il respiro e attende l'esito dei combattimenti.
Il 30 la città è silenziosa, si muovono poche auto, tutto il traffico commerciale verso le frontiere è fermo.
Luglio 1991
Il 7 nell'isola di Brioni le forze armate jugoslave, sconfitte dagli Sloveni, accettano di firmare un armistizio con la mediazione dei paesi occidentali. Trieste riprende i suoi traffici verso la Slovenia.
Dicembre 1991
Il 21 si sfascia anche l'Unione Sovietica, e finisce il comunismo. L'URSS diventa una Comunità di Stati Indipendenti, egemonizzata dalla Russia, che cancella la bandiera rossa, sostituita dall'antica bandiera russa a tre fasce: bianca in alto, rossa in mezzo e in fine blu. Le televisioni mostrano l'immagine dell'ultima bandiera rossa che viene lentamente ammainata dalla torre più alta del Cremlino, guardata con sgomento dai trinariciuti nostrani (e dai catto-comunisti) che tacciono annichiliti accorgendosi che quello che hanno coltivato per ottant'anni era solo un sogno.
Il 23 la Slovenia approva una nuova costituzione. Scoppia la guerra tra la Croazia, che del pari si è proclamata indipendente, e la Serbia. Il leader serbo Milosevich incita perfidamente l'Italia ad aggredire la Croazia e la Slovenia per riprendersi l'Istria. Ma il governo italiano si affretta a proclamare che le nostre frontiere orientali restano definite dal trattato di Osimo del 1975. E purtroppo diviene tristemente evidente l'errore fatto ad Osimo di rinunciare per sempre alla ex Zona B del vecchio Territorio Libero, che preclude così ogni possibilità di portare il confine almeno fino al Quieto.
Anno 1997
Manifestazione a Trieste per il cinquantennale del Trattato di Pace.
Settembre 1997
Il 13, a Trieste, oltre 20.000 esuli istriani e dalmati, arrivati da tutto il mondo, commemorano cantando il "Va pensiero" al Teatro Verdi il cinquantenario del trattato di pace a seguito del quale fu ceduta agli slavi quasi interamente la Venezia Giulia. è presente, molto applaudito, Gianfranco Fini. Il 14, nella piazza Unità piena di folla e di bandiere italiane, istriane e dalmate, mentre soffia una violenta bora, il catto-comunista Antonio Maccanico, ministro delle Poste, incurante del fatto che alla lettura del telegramma del Presidente catto-comunista della Repubblica Scalfaro si siano levate bordate di fischi, pronuncia a nome del governo un infelice discorso nel quale inneggia al prossimo ingresso di Slovenia e Croazia nella Comunità europea voluto dall'Italia e all'amicizia e alla fratellanza con quei popoli di infoibatori.
I Triestini, gli Istriani e i Dalmati sono sbalorditi, e muovono minacciosamente verso il palco con l'intento di linciare il ministro urlando "buffone", "vergognati", "vogliamo Fini". Il ministro atterrito viene salvato a stento dai deputati triestini di Alleanza Nazionale i quali intonano il "Va Pensiero", e fugge nella Prefettura inseguito dagli esuli inferociti e dalla bora, salvato a stento dai carabinieri. Gianfranco Fini ghignando riesce a dirgli che certi discorsi a Trieste non si fanno, e anche il Sindaco Riccardo Illy (eletto nelle liste dell'Ulivo", la coalizione cui appartiene Maccanico) prende le distanze dall'incauto ministro.
Anno 1998
Violante e Fini a Trieste
Marzo 1998
Al Teatro Verdi di Trieste, invitati dall'Università, Gianfranco Fini e Luciano Violante, presidente della Camera, svolgono uno storico dibattito nel quale Violante ammette gli errori e le bugie del comunismo ed in particolare le responsabilità comuniste per gli eccidi nelle foibe e per il tragico esodo degli istriani e dalmati nel dopoguerra. Fini ammette gli errori del fascismo nella Venezia Giulia, ma sottolinea che d'ora in poi non si potrà più contrapporre la Risiera di San Sabba alla Foiba di Basovizza, e che la storia va scritta senza omettere le pagine che danno fastidio. Sparuti gruppi di fascisti, di comunisti e di sloveni manifestano nei dintorni del Teatro cercando di conservare l'odio come strumento di lotta politica.
Renato Garibbo
"stefano Garibbo
che "Cronologia" ringrazia